Il ministro della Sanità del governo in esilio chiede l'appoggio dell'Europa e dell'Italia al piano di pace che prevede un'amministazione provvisoria dell'Onu. Il terrorismo - dice - nasce dall'occupazione
di Alessandro Condina
TORINO - "Prendo atto dello scontro fra Berlusconi e Prodi, ma negli ultimi anni le istituzioni internazionali hanno rinunciato a difendere i diritti umani in Cecenia". A pochi giorni dalla polemica fra la Commissione e la presidenza di turno italiana sull'operato del presidente russo Putin, Umar Khanbiev, ministro della Sanità dell'ultimo governo ceceno legittimo, ora in esilio, difende i suoi concittadini dall'accusa di terrorismo e chiede l'appoggio internazionale al piano di pace firmato da Ilyas Akhmadov, ministro degli Esteri del governo Maskhadov.
Su invito dei partito Radicale transnazionale, Khanbiev sta girando l'Italia per raccontare la tragedia del popolo ceceno: "La mia visita in Italia - ha detto - ha coinciso per caso con un aumento di interesse per la Cecenia da parte dei media europei, ma in questi cinque anni siamo stati ascoltati pochissimo. La totale rinuncia delle istituzioni internazionali a difendere i diritti umani in Cecenia, oltre a condannare a morte i ceceni, è un fattore di destabilizzazione politica per tutta l'area caucasica e in primo luogo per la Russia".
Per provare a ristabilire il diritto il piano di pace propone un' amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite sulla Cecenia, al termine della quale si terrebbero vere elezioni. "Il mio governo - ha detto Khanbiev - non ha contatti con i terroristi islamici. Il terrorismo in Cecenia è opera di pochi ed è figlio del genocidio in atto da parte della Federazione russa".