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"In Forza Italia la dialettica interna è inesistente"

Testo: 

di Vittorio Pezzuto

Raffaele Costa, deputato europeo di Forza Italia e tra i fondatori del movimento di Liberalismo Popolare, ha appena finito di leggersi l'intervista rilasciataci ieri dal collega Guido Crosetto, coordinatore degli azzurri in Piemonte, il suo feudo elettorale. Lo hanno fatto sorridere le sperticate lodi a Gianfranco Micciché nella sua doppia veste di vice ministro e di coordinatore della Sicilia: "Il rito del bacio della pantofola una volta avveniva solo nei confronti di Silvio Berlusconi e aveva un suo significato. Adesso lo si riserva anche ai cardinali e ai vescovi: mi sembra che siamo fuori strada".

Forza Italia ha ormai dieci anni. Possiamo azzardare un'analisi del suo stato di salute?
Credo che manchi ancora un coagulo, un frullatore efficace: il partito resta una somma di esperienze professionali e politiche di grande qualità che hanno trovato sulla loro strada un cavaliere errante e solitario. Il miracolo della nascita di Forza Italia è stato però talmente grande che ci si può perdonare a vicenda. Siamo al governo e non va dimenticato che noi liberali abbiamo potuto trovare in Berlusconi una sorta di rifugio politico: in Forza Italia siamo rispettati, anche se non troppo valorizzati, e i princìpi che vengono affermati sono sicuramente liberali. Più faticosamente liberale è la loro applicazione da parte del governo. Penso ad esempio alla mancata privatizzazione dei gestori energetici, delle infrastrutture, delle autostrade che - nonostante la buona volontà dell'esecutivo - incontrano la strenua opposizione di poteri fortissimi. E' anche vero che purtroppo non esiste più il disegno di un partito liberale di massa vagheggiato nel 1994, ma quel tipo di entusiasmo non si può ripetere tutti gli anni: una cosa è la speranza, un'altra la realtà.

Una realtà che a detta di molti sembra connotata da uno scarsissimo dibattito interno.
E' vero, ci riuniamo poco. Da noi l'ufficio di presidenza viene convocato solo per momenti formali quali l'approvazione del bilancio annuale e delle candidature. La democrazia interna di un partito è la premessa perché esso sia credibile all'esterno nella difesa del sistema democratico. A leggere le cronache mi è parso invece che all'assemblea di Gubbio si sia parlato pochissimo di politica e molto di candidature, di veti, di poltrone. Eppure credo sarebbe interessante che il maggior partito politico in Italia si aprisse finalmente a un confronto interno sui princìpi, sui valori, sugli ideali, sulle prospettive. E invece la dialettica interna è inesistente. Vige una sorta di divisione culturale: quando parliamo non siamo interpreti di personali posizioni politiche ma sentiamo invece forte la delega, la gestione, l'appetito elettorale. In una parola, non facciamo battaglie di principi: da noi si discute solo da scranno a scranno, da incarico a incarico.

In politica sono atteggiamenti che alla lunga si pagano caro?
E infatti oggi il partito soffre di un mancato protagonismo, arrivando a subire con un sentimento di rassegnazione le tempeste - a volte giustificate - che arrivano da Bossi e da Follini. Mi chiedo che fine abbiano fatto gli striscioni, le bandiere, i militanti e i tanti cittadini che due anni e mezzo fa riempivano le piazze. So benissimo che adesso non siamo più all'opposizione e che come forza di governo siamo fisiologicamente costretti alla mediazione tra tanti interessi, eppure in questo momento sarebbe importante che ai vertici di Forza Italia giungessero il nostro consenso così come (quando è il caso) il nostro dissenso. Dove sono finiti i comizi, i dibattiti? Ormai si organizzano di tanto in tanto manifestazioni che sono solo settoriali e al chiuso. Credo insomma che si debbano ridestare le nostre passioni, i nostri interessi (di carriera, elettorali, di cuore).

Che tipo di organizzazione pensa che dovrebbe avere Forza Italia?
L'unica possibile per un movimento come il nostro: struttura leggera, dibattiti veri, congressi veri, democrazia sostanziale e nessun tesseramento fittizio.

Data: 
Venerdì, 12 September, 2003
Autore: 
Fonte: 
L´OPINIONE
Stampa e regime: 
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