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La traccia radicale al meeting di Rimini

Testo: 

di Nicola Dell'Arciprete

"Il meeting di Cl è una prova clamorosa del Potere. Il nostro compito, invece, non è quello di dare prove, ma di lasciare tracce. Tracce che noi radicali stiamo lasciando da un secolo. Mentre di là i potenti tutti, di destra e di sinistra, s'inchinano - tutti famelici di ciò che non hanno, cioè di una copertura di religiosità - e smarriscono la traccia lasciata da don Giussani". E' con queste parole che domenica 24 agosto Marco Pannella apriva la settimana radicale a Rimini: non un contro meeting, ma un appuntamento alternativo nel senso più radicale del termine. La traccia radicale ha impresso qualcosa di nuovo alla realtà riminese, anche grazie all'impegno dei radicali romagnoli ed all'apertura di una bella realtà editoriale locale "La Voce di Romagna" che ha permesso al meeting radicale di essere realmente alternativo, permettendo giorno dopo giorno ai propri lettori di conoscere per deliberare.
La traccia a Rimini è stata segnata innanzitutto dal dibattito che ha coinvolto moltissimi dei temi della laica religiosità radicale. Innanzitutto, l'antiproibizionismo "sulla droga, sulla scienza, sul sesso, su tutto", che ha risposto a molte domande. Lo sapevate, ad esempio, che in Africa i cioccolatini si mangiano senza carta? E che l'Onu vuole combattere l'aids con il preservativo, astinenza sessuale o fedeltà? E sapete dove trovare pillole di cannabis per sopportare meglio i propri dolori? Chi era tra i partecipanti della seconda giornata del meeting radicale ha scoperto queste ed altre cose, apparentemente diversissime, ma unite dal tema di fondo dell'antiproibizionismo sulla droga, sul sesso, sulla scienza e su tutto.
La serata si è aperta con un faccia a faccia tra Maurizio Turco (eurodeputato radicale) e Massimo Barra (fondatore ed animatore di Villa Maraini) sul tema della lotta all'aids. Barra, recentemente nominato membro del cda del fondo Onu per la lotta ad aids, tubercolosi e malaria, fornisce dati allarmanti: "ogni giorno 16.000 persone muoiono nel mondo di una di queste tre malattie e la sola aids ha ucciso più persone di tutte le guerre mondiali del XX secolo. Un dramma cui far fronte con una triplice parola d'ordine: astinenza, fedeltà e preservativo! Ma l'uso del preservativo è ostacolato in molte culture: in Africa, ad esempio, si dice che il cioccolatino si mangia senza carta?". Ma come è stato possibile arrivare ad una diffusione così impressionante di questa malattia? Maurizio Turco attacca il Vaticano. "Oggi il problema è così vasto per il silenzio imposto sull'aids, una malattia che riguardava un tabù: il sesso. Il problema dell'aids rischiava di far parlare di sesso, di educazione e libertà sessuale. Questa campagna di silenzio sull'aids è stata promossa dalla Chiesa cattolica che, guarda caso, si è opposta allo stesso fondo globale dell'Onu contro l'aids. Ci troviamo oggi di fronte ad una Chiesa cattolica che impone a chi ha il mandato di governare il blocco della ricerca scientifica. Oggi chi è malato (e potrebbe essere curato) è un nuovo condannato a morte da nuovi roghi, come lo sono stati per un decennio i primi malati di aids. E' il ruolo della Santa Sede all'Onu ad impedire la diffusione dei diritti individuali, anche dei malati. Vaticano lasci l'Onu ai volontari, agli Stati finanche ai burocrati. La Chiesa continui a predicare, ma senza obbligare chicchessia a vivere in un modo in cui non vuole vivere". I temi ed i personaggi riminesi sono stati invece i protagonisti della seconda parte della serata con Lino Vici, già assessore al comune di Rimini e affetto da sclerosi multipla, ed il suo modo originale di vivere nel senso pieno del temine la sua malattia, anche grazie ad alcune pastiglie omeopatiche (e legali) di "cannabis indica" che si possono trovare in tutte le farmacie del regno.
Ma la serata antiproibizionista ha voluto rispondere anche alla domanda di Cielle che affliggeva tutti i muri della riviera romagnola: "c'è un uomo che vuole la vita e desidera giorni felici?" Per qualcuno quell'uomo è, innanzitutto, Luca Coscioni, affetto da anni di sclerosi laterale amiotrofica, avvicinatosi alla politica grazie alle elezioni online radicali che gli hanno permesso non solo di fare politica, ma di diventare capolista radicale alle politiche e presidente dei radicali italiani. E Rita Bernardini, che dell'associazione Luca Coscioni è segretaria, arriva ad affermare: "Noi radicali difendiamo anche l'aspirazione di chi la vita non la vuole perché decide di non vivere e di chi ritiene impossibile che ci siano, nella situazione attuale dell'umanità, giorni felici. Noi lanciamo un messaggio forte di libertà di scelta individuale, mentre non so dove possa portare l'impostazione di "Comunione e Liberazione". Nella kermesse di Cielle sicuramente non si affronta il problema della ricerca scientifica dal punto di vista di chi è davvero vivo. Sia Casini che Andreotti considerano persona umana anche l'embrione di pochissimi giorni che non si vede nemmeno al microscopio, dal quale sarebbe possibile ricavare le cellule staminali indispensabili alla ricerca ed alla vita di milioni di malati. Un embrione invisibile è più tutelato di un uomo "visibilmente" malato! Non voglio dire che i cattolici facciano male ad occuparsi di questo problema, però nessuno mi ha mai spiegato in quale parte della Bibbia sia scritto che l'embrione è un essere umano". E nonostante la sproporzione tra i mezzi di Cielle e le tracce radicali tutti all'altro meeting erano straconvinti del fatto che la maggioranza degli italiani è per la libertà e contro i fondamentalismi, come sul divorzio, come sull'aborto. Al passo con i tempi dell'attualità il dibattito sulle pensioni organizzato dai radicali è stato un viaggio tra Francia e Stati Uniti, con Benedetto Della Vedova, eurodeputato presidente di Radicali Italiani, Alberto Brambilla, sottosegretario al Welfare della Lega, e Lanfranco Turci, senatore diessino.
Sulla necessità di riformare le pensioni tutti d'accordo, ma sulle misure da prendere ed i metodi da adottare grandi distanze. Da una parte Turci ha parlato di semplici "ritocchi" al sistema previdenziale da attuare con il metodo della concertazione tra le parti sociali ed il governo evitando di smantellare il modello sociale europeo per imitare il sistema americano, dall'altra parte Della Vedova ha spiegato che "dedicare troppe risorse alle pensioni significa guardare al passato e non al futuro sacrificando i giovani e facendo pagare domani il prezzo di decisioni prese oggi: bisogna avere il coraggio, come in Francia, di rischiare lo scontro con le oligarchie sindacali per portare avanti riforme nell'interesse di tutti e ciascuno". Ma i giovani sono stati il vero oggetto del contendere grazie all'appello lanciato dai radicali italiani sul sito www.riformiamolepensioni.org: un appello firmato in pochissimi giorni da centinaia di giovani "consapevoli di rischiare l'esclusione da un sistema pensionistico concepito in funzione di una realtà economica, demografica e sociale completamente diversa da quella attuale". Giovani (radicali e non) che parlano schiettamente di "iniquità nella distribuzione di oneri e benefici tra le generazioni" ed "insostenibilità finanziaria" del sistema previdenziale con la certezza che "ogni mese che passa senza che nulla venga fatto, prepara inevitabilmente interventi più dolorosi". E la serata di Nessuno Tocchi Caino è stata quella della traccia del cantante Enrico Ruggeri, del fotografo Oliviero Toscani, del governatore americano George Ryan, del condannato a morte Leroy George. Si è parlato di loro e con le loro parole di pena di morte tra abolizionisti e fautori della moratoria universale. Per Elisabetta Zamparutti (tesoriera di Nessuno Tocchi Caino e curatrice del rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo) "L'abolizione della pena di morte nel mondo è un processo storico di grande portata. Mediamente ogni anno la pena di morte viene abolita in tre paesi: a questo ritmo possiamo dire che l'abolizione definitiva della pena di morte sia "scritta" nella storia.
Oggi il problema, però, non è l'abolizione, ma una moratoria che sospenderebbe le esecuzioni salvando la vita da subito ai condannati di tutto il mondo. La moratoria può essere il luogo di incontro, il minimo comune denominatore tra i paesi mantenitori e gli abolizionisti: gli uni farebbero un passo in avanti verso l'abolizione, gli altri riuscirebbero a salvare migliaia di vite umane". Ed è questo l'appello lanciato a San Remo dalla canzone di Andrea Mirò ed Enrico Ruggeri intitolata appunto "Nessuno Tocchi Caino". E questo è anche il senso del gesto di clemenza del governatore dell'Illinois George Ryan che ha strappato al braccio della morte le centinaia di condannati del suo Stato, tra cui uno dei testimonial della campagna pubblicitaria Benetton di Oliviero Toscani Leroy George. Per Sergio D'Elìa (segretario di Nessuno Tocchi Caino) "La vicenda di Leroy George e del governatore Ryan è storia americana: la storia di un paese democratico in cui è possibile rimettere in discussione la pena di morte e far maturare la necessità di un cambiamento nell'opinione pubblica. In dittatura, invece, la pena di morte abolita dal generale o dal tiranno di turno per decreto, può essere reintrodotta senza dibattito, senza procedimento legislativo, senza un reale processo di maturazione. I 60-70 condannati a morte americani sono un fatto politicamente importante, ma statisticamente irrilevante se si considerano le migliaia di esecuzioni che ogni anno avvengono nella Cina comunista". E proprio in questi giorni Nessuno Tocchi Caino si prepara alla battaglia più importante, quella per una risoluzione per la moratoria universale della pena di morte da parte della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite. "L'Europa ha bocciato la proposta del ministro Frattini e non ha voluto presentare all'assemblea generale un progetto di risoluzione nel senso della moratoria universale, per l'opposizione di chi dice "o l'abolizione o niente": sono i fondamentalisti dell'abolizionismo".
Ed il dialogo con i ciellini non è stato solo a distanza. D'accordo su tutto, ma non troppo. Per usare una battuta si potrebbe riassumere così l'incontro del giovedì tra il segretario di Radicali Italiani Daniele Capezzone ed il direttore della rivista Tempi (vicina a Cielle) Luigi Amicone, intervistati dal direttore della Voce di Romagna Franco Fregni. E' stato il segretario radicale a sollecitare un confronto tra le posizioni cielline e quelle dei pannelliani con un intervento pubblicato nell'edizione speciale di "Tempi" dedicata al meeting. Capezzone e Amicone uniti dalla comune volontà di superare, una volta per tutte "quel "clericalismo laico" che, stretto parente del "clericalismo clericale", vorrebbe rendere difficile o addirittura impedire un dialogo serrato" fra laici e cattolici, non esitano ad ammiccare.
Ma la lettera aperta di Capezzone lancia diverse provocazioni al mondo di Cielle, chiamato a raccolta al meeting. La prima è quella dei rapporti formali tra Stato e chiese. Per Capezzone bisogna riprendere la formula del radicale don Romolo Murri che nel 1910 scriveva: "?la laicità [dello Stato, ndr] è oggi domandata dagli spiriti religiosi più vivi, e per questo stesso perseguitati dalla Chiesa ufficiale". Ed Amicone sembra essere d'accordo con i radicali su questo punto: "il vero problema non è quello del richiamo ai valori cristiani nel preambolo della costituzione europea, ma nel metodo estraneo alla partecipazione democratica". Il tema che ha suscitato i mormorii della platea è stato senza dubbio quello delle questioni di coscienza, della ricerca sugli embrioni, dei diritti individuali, cavallo di battaglia storico ed attualissimo del mondo radicale. Secondo Amicone "in democrazia c'è la possibilità del confronto tra proposte politiche diverse: i cattolici hanno il diritto di votare contro la ricerca sugli embrioni, contro la procreazione assistita". Mentre per Capezzone chi vota contro queste leggi provoca la sconfitta di tutti: "un conto è dire io non lo farei, un conto è votare una legge che dice tu non lo devi fare".
Ma possono davvero trovare dialogo e collaborazione i cattolici impegnati in politica ed i fautori più autentici delle leggi su aborto e divorzio? Amicone apprezza l'impegno politico dei radicali per "delle battaglie in nome di una visione globale dell'uomo, un messaggio che dura". E per Capezzone il vero punto di contatto tra radicali e ciellini non è nelle "soluzioni, ma certo nel chiedere, nel volere, nel pretendere -perfino- che alcune questioni siano strappate all'indifferenza, al non-dibattito, alla non-parola". E la traccia radicale della sei giorni radicale è stata anche quella di un Marco Pannella scatenato, che torna tra la gente, che viene accolto ovunque e da tutti con rispetto, ammirazione e simpatia. A volte addirittura con lo stupore di rivedere un vecchio amico: "guarda chi si rivede". Accolto dai tassisti in stazione a suon di clacson. Accolto e circondato dai giovani per strada che si fermano a parlare e fumare una "gauloise" insieme a lui. Accolto e protetto dai suoi "compagni". Accolto da una presenza di pubblico impressionante alle sue "conversazioni". Ignorato, temuto e disprezzato solo dalle cosiddette "élites" politiche, dalle classi dirigenti, da quei senatori romani chiamati "status quo". A quelli che lo amano ed a quelli che lo amano meno Marco ha consegnato a Rimini le sue tracce ed ha dato appuntamento a tutti per l'anno prossimo quando partirà, magari proprio da Rimini, la festa di Radio Radicale, l'ennesima e nuovissima traccia radicale che non dà, né vuole dare, "prove di Potere".

Data: 
Sabato, 6 September, 2003
Autore: 
Fonte: 
L´OPINIONE
Stampa e regime: 
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