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Il Nuovo è ottimista e tifa per la Bonino

Testo: 

di Andrea Marini

Paolo Mieli propone che la rappresentante dei radicali Emma Bonino diventi responsabile degli interventi dell'Onu nel dopoguerra iracheno.

"Emma Bonino è stato un ottimo Commissario europeo. E' un ottimo parlamentare europeo. Sarebbe stata un ottimo Presidente della Repubblica Italiana. Potrebbe essere un ottimo commissario in Iraq. Per questo è stata fatta e sarà fatta fuori". Lo scrive, via e-mail, un nostro lettore, Francesco Radicioni. E' uno dei tanti che plaude, attraverso IlNuovo, alla proposta di Paolo Mieli di candidare Emma Bonino a commissario straordinario delle Nazioni Unite in Iraq. Ma è anche, purtroppo, uno dei tanti che manifesta pessimismo. Come lui, decine di lettori ci scrivono che sì la Bonino sarebbe un'ottima candidata, che sì sarebbe perfetta per l'incarico, ma tanto non c'è nulla da fare.
I pessimisti si dividono sostanzialmente in due: quelli che ritengono che noi italiani, che litighiamo su tutto, mai e poi mai ci metteremo d'accordo su un nome, di donna per di più, radicale come se non bastasse; e quelli che invece pensano che piuttosto che dare un incarico ad un italiano, i Grandi della terra sono disposti a scegliere il rappresentante dell'isola di Capo Verde, con tutto il rispetto per Capo Verde.
Bene noi de IlNuovo, che per primi abbiamo accolto e rilanciato on line la proposta di Paolo Mieli (non altrettanto ha fatto, ci sembra, il Corriere.it), nonostante il pessimismo diffuso vogliamo provarci. Vogliamo lanciare con forza l'idea che l'Italia e poi l'Europa e infine l'Onu quantomeno discutano l'ipotesi Bonino. In Italia non mancano le prime risposte positive, da destra e da sinistra. Ora ci aspettiamo che il ministro degli Esteri Frattini se ne faccia interprete, ai più alti livelli internazionali. A Bruxelles ci auguriamo che non abbiano dimenticato l'ottimo Commissario che dal 1994 ha seguito i consumatori e gli aiuti umanitari. Siamo convinti che a New York ricorderanno il sequestro subito da Emma Bonino a Kabul, nel 1997, e quanto ha fatto per il dramma jugoslavo.
Ma non bisogna dimenticare gli italiani che in questi giorni, anche attraverso le e-mail a ilNuovo, hanno contestato Bonino in quanto radicale, in quanto ombra di Marco Pannella, in quanto presunta estremista. Ci auguriamo che, al di là delle singole posizioni politiche, costoro compiano uno sforzo di memoria su quanto fatto dall'europarlamentare quantomeno nell'ultimo decennio.
Cinquantacinque anni compiuti da poche settimane, una laurea alla Bocconi in lingue straniere a cui oggi può aggiungere una prima conoscenza importante della lingua araba (da oltre un anno vive a Il Cairo), Emma Bonino da oltre vent'anni si batte per i diritti dei popoli oppressi, in ogni parte del mondo.
Nessuno di noi osa pensare che possa diventare l'unico rappresentante delle Nazioni Unite ad affiancare, "marcare", aiutare il generale Franks. Ma una della squadra, sì. Una molto combattiva, indistruttibile, motivata, incapace di arrendersi, sempre dalla parte dei deboli, ma mai cocciutamente anti-americana. Insomma, la migliore possibile. Non per noi, non per lei, per gli irakeni.

Data: 
Martedì, 15 April, 2003
Autore: 
Fonte: 
WWW.ILNUOVO.IT
Stampa e regime: 
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