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«Una reazione alla censura»

Testo: 

al muro dei no a priori. La clonazione terapeutica è la promessa per battere malattie degenerative»

LA bambina clonata? Si tratta di un esperimento irresponsabile, ma si assiste anche a una reazione sbagliata nei confronti di una censura asfissiante». Lo sostiene Cinzia Caporale, docente di bioetica all'Università di Siena e componente del comitato nazionale di bioetica.
Come si manifesta questa censura?
«Esercita un potere forte, pervasivo, aggressivo e violento. Incombe prima del giudizio e dell'analisi, è un atteggiamento spocchioso nei confronti del pluralismo scientifico. In questo senso, si può interpretare l'annuncio della clonazione di Eva come una risposta sbagliata a un eccesso di proibizionismo».
Può spiegarsi meglio?
«Quando si pronunciano le parole "biotecnologia" e "terapie geniche", per esempio, ecco che scatta il "no" immediato e si grida al crimine contro l'umanità. Così, dall'insalata transgenica alla procreazione medicalmente assistita, fino agli Ogm, la reazione è sempre negativa, e a priori. Si assiste a un tentativo di usare le istituzioni per creare una specie di etica di Stato. A fronte di questa situazione, non mi stupisce, anche se lo condanno, l'annuncio dei reäliani».
In pratica, come si deve affrontare il problema?
«La bioetica dovrebbe allargare le libertà, dare garanzie e trovare soluzioni, invece di scontrarsi solo contro un muro di proibizioni».
Parlando di clonazione, quali sono gli aspetti potenzialmente positivi?
«Si deve distinguere tra clonazione riproduttiva e clonazione terapeutica. Quest'ultima consiste nel trasferimento di un nucleo allo scopo di produrre un embrione in vitro per ricavare cellule staminali in grado di formare i tessuti presenti nell'individuo adulto. Così, attraverso un trapianto si potranno curare molte malattie degenerative».
Qual è invece l'obiettivo della clonazione riproduttiva?
«Mira a far nascere un individuo, che non deriva dalla fusione di due gameti (uovo e spermatozoo), ma dal trasferimento del nucleo di una cellula adulta in un ovocita. Questo nuovo individuo avrà lo stesso patrimonio genetico di chi ha donato il nucleo. Il fine è ottenere un gemello sfalsato nel tempo».
A che punto è la ricerca nel campo della clonazione terapeutica?
«A un livello ancora sperimentale e iniziale. Con questa tecnica si punta a produrre tessuti e a ripararli e, in una fase successiva, a creare organi di ricambio. In pratica, l'obiettivo è riprodurre materiale utile a curare molte malattie, dall'Alzheimer al Parkinson».
Teme che la confusione nell'opinione pubblica tra le due tecniche possa avere gravi conseguenze?
«Sì. Adesso è forte il rischio che l'esperimento annunciato dai raëliani nuoccia a chi si batte per la libertà della ricerca scientifica. Il no al test finirà per avere gravi conseguenze anche sulle altre tecniche correlate, sebbene non identiche. Non a caso un'associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori come l'Aduc è convinta che si stia facendo troppa confusione».
E' quindi necessario un maggior confronto tra mondo scientifico e società civile?
«Credo di sì. L'unico modo per vincere la battaglia contro gli irresponsabili, da una parte, e i proibizionisti, dall'altra, è un'assunzione di responsabilità dei cittadini. Bisogna essere consapevoli per delegare meno e per subire di meno. E' una questione di alfabetizzazione».
Dunque, la nascita di Eva è destinata a essere un fallimento totale?
«Con le conoscenze attuali e le tecniche oggi a disposizione c'è un serio rischio sanitario per la bambina. Non sappiamo che cosa la aspetta. E' una scelta priva di senso».
E' una secca condanna?
«Una condanna dell'irresponsabilità scientifica dell'esperimento, indipendentemente dall'etica. Ma attenzione, questo test - lo voglio ripetere - è lo specchio di una bioetica censurata, di un atteggiamento di proibizionismo sistematico che caratterizza istituzioni ed esperti, non solo italiani. Questo fronte di no è molto organizzato ed è una cappa che si avverte immediatamente, anche prima di analisi approfondite. E' una costante per ogni piccolo progresso ed esperimento nel settore della genetica».

Data: 
Sabato, 28 December, 2002
Autore: 
Fonte: 
LA STAMPA
Stampa e regime: 
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