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Adele Faccio: siamo in angoscia, ma è peggio se gli dici di smetterla

Testo: 

L'EX MILITANTE / «Si sta giocando la vita. Non è la prima volta che lo fa, però adesso è troppo vecchio»
«Auguriamoci che tutto si concluda come sempre, con un trionfo, in allegria»

MILANO - L'ultima cosa che farebbe è dargli un consiglio, invitarlo, anche lei, a interrompere il digiuno. «È perfettamente inutile andare a dire a Marco: "Piantala". Anzi, è peggio». Eppure Adele Faccio, 82 anni a novembre, non è tipo che si è mai tirata indietro. Né quando bisognava sfidare le leggi della vita (senza acqua e cibo per giorni interi) oppure quelle dell'ordine pubblico (come nel '75, a Firenze, quando organizzò la «clinica degli aborti», finendo in manette proprio con Pannella e Gianfranco Spadaccia). Ma adesso l'ex professoressa mille volte sulle barricate radicali non può fare altro che aspettare, nella sua casa romana, e tenersi aggiornata ora dopo ora sulle condizioni del suo Marco. «È sempre stata una persona difficile da trattare - sussurra quasi al telefono -. Molto buono, molto affettuoso, per carità, ma con le sue idee fisse... Speriamo che riesca a tenere duro, non si sa mai fino a che punto vuole andare avanti». Ancora una volta Pannella sta portando le sue condizioni di salute al limite.
«Si sta giocando la vita, e non è mica la prima volta. Ci ha fatto passare tante di quelle paure e preoccupazioni. Sono stata per anni con lui in Parlamento, sapeste che momenti di angoscia abbiamo passato. Ma adesso è troppo vecchio...».
Pannella ha 72 anni, teme che il suo fisico possa non resistere?
«Certo. Marco ha avuto momenti di grande vitalità, di grande coraggio, perché ci vuole coraggio a fare quello che fa lui. Ma adesso... e noi siamo qui, con il fiato tirato, sapendo che non possiamo fare nient'altro».
Non ha dato retta a nessuno, nemmeno al presidente Ciampi .
«Questo è sempre un problema gigantesco per noi. Perché dirgli qualcosa e non dirgli niente è lo stesso. Certe volte si arrabbia ancora di più, e allora è meglio star zitti».
Pannella sta digiunando per chiedere che siano coperti tutti i posti della Camera, e anche che il Parlamento elegga otto membri al Csm. Una battaglia insolita per i radicali, anche difficile da spiegare ai cittadini.
«Sì, è proprio così».
Secondo lei perché ha scelto una lotta così estrema per un tema come questo?
«Perché uno ripone la propria fiducia in se stesso, e da se stesso poi la strascina agli amici. Lui è convinto di aver ragione. Per quanto noi facciamo sforzi enormi per dirgli che non ha ragione, lui non crede a noi. Oppure ci crede, ma non gliene importa niente».
Lo ha sentito ultimamente?
«No, ormai non abbiamo più rapporti. Ma io gli voglio sempre un gran bene, e sono sicura che lui me ne vuole altrettanto».
È stata al suo fianco in tante battaglie. Se fosse più giovane, lo seguirebbe anche in questa?
«Mah... Il problema grosso è che lui è convinto di quello che fa, ma noi non siamo più tanto convinti di quello che fa lui. Non tutti ma almeno quelli che gli sono più vicini da tanto tempo».
Eppure in centinaia stanno seguendo il Satyagraha, hanno smesso di mangiare e bere in tutta Italia. Ancora una volta Pannella ha una straordinaria capacità di mobilitazione.
«Perbacco, questa non gli manca mai. E ancora una volta ci fa stare con il cuore per aria, perché non abbiamo più così assoluta fiducia che vada tutto bene».
Crede che i radicali siano cambiati rispetto a quando lei era in prima linea?
«Sono cambiati i tempi. Noi apparteniamo ad un'altra categoria, a un'altra età. Allora credevamo terribilmente in quello che facevamo, adesso ci crediamo un po' meno... noi. Lui invece continua a crederci. È questa la differenza. Possiamo non essere più d'accordo con lui, ma c'è un grande rispetto per quello che pensa».
E non vuole dirgli niente in questo momento?
«Qualunque cosa io possa inventare, anche la più ingegnosa, e io sono una che ha fantasia, lui resta nel suo sentimento, nel suo impegno, nel suo coraggio. Auguriamoci che tutto si concluda come sempre, perché poi tutto finisce in un trionfo, in allegria. Ce lo auguriamo, anche perché per noi stare così è un'angoscia enorme».

Data: 
Lunedì, 8 July, 2002
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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