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Giudici costituzionali, da martedì si voterà a oltranza

Testo: 

Ancora una fumata nera alla Camera. La Casa delle libertà insiste su Mancuso, il Centrosinistra punta su Mancino. Lunedì i capigruppo cercheranno un accordo

ROMA È andata a vuoto l'ottava votazione del Parlamento per eleggere i due giudici costituzionali ancora mancanti nella Corte costituzionale. A causa dell'assenza di numerosi parlamentari sia della maggioranza che dell'opposizione è mancato il numero legale e il risultato non è stato proclamato. Non c'era un accordo sui candidati e la Casa delle Libertà aveva riproposto il nome dell'ex guardasigilli Filippo Mancuso, su cui c'è un netto veto dell'Ulivo (il Centrosinistra peraltro punta sull'ex presidente del Senato Nicola Mancino). La nuova fumata nera potrebbe però smuovere le acque e ora il Centrodestra sembra intenzionato a cercare un difficile accordo con l'opposizione. Ma il candidato del Centrodestra, è stato precisato, non cambia: rimane Filippo Mancuso.
Lunedì mattina ci sarà una riunione di tutti i capigruppo e saranno valutate le proposte. I presidenti del Senato Marcello Pera e della Camera Pier Ferdinando Casini hanno rivolto un «ulteriore pressante appello» a trovare un accordo a tutte le forze politiche. Lunedì pomeriggio alle 15 ci sarà una nuova votazione che si spera possa essere decisiva. In caso contrario, hanno annunciato Pera e Casini, «le successive votazioni avranno luogo continuativamente». Si voterà cioè a oltranza, in una seduta fiume che si concluderà soltanto nel momento in cui saranno eletti i due giudici costituzionali. Non è intanto esclusa l'ipotesi che, se non sarà possibile trovare un accordo sulla candidatura di due parlamentari, si decida di candidare degli «esterni», ossia dei docenti universitari esperti di diritto.
Lunedì mattina quindi ci sarà un faccia a faccia tra i capigruppo della maggioranza e dell'opposizione. Nella maggioranza c'è qualche diversità di veduta. Il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani ha precisato che l'incontro è stato accettato per «non dare alibi all'opposizione», ma le posizioni non sono cambiate. Il presidente dei deputati leghisti Alessandro Cè ha invece ammesso che c'è una certa disponibilità a trattare su nomi nuovi. Mancuso, ha detto, è il nostro candidato, ma è logico che a questo punto bisognerà introdurre delle «variabili».
Per quanto riguarda il Centrosinistra la candidatura ufficiosa (e mai ufficializzata finora) è sempre quella dell'ex presidente del Senato Nicola Mancino. La Cdl accusa comunque l'opposizione di aver impedito di fatto l'elezione dei due giudici costituzionali perché manca un accordo sul candidato dell'Ulivo. Si è fatto anche il nome del capogruppo dei Ds Luciano Violante, ma senza nessuna conferma. Violante ieri ha dichiarato di ritenere «positivo» che finalmente, dopo mesi di insistenza, il Centrodestra abbia aderito all'invito dell'opposizione per un incontro che potrebbe essere indispensabile per superare l'impasse.

Intanto, dalla scorsa mezzanotte Marco Pannella, assieme a oltre 500 militanti radicali, ha iniziato uno sciopero della fame per continuare il pressing sull'elezione dei due giudici costituzionali. Dopo che l'ottava votazione è andata a vuoto per mancanza del numero legale, il leader radicale ha avuto un colloquio telefonico con il presidente della Camera Casini che gli ha confermato la seduta continuativa fino all'elezione da martedì. Pannella ha così deciso di non dare inizio allo sciopero della sete, ma di attuare quello della fame in attesa della formale convocazione della seduta comune di Camera e Senato e per protestare contro il mancato plenum di Montecitorio.
e.s.

Data: 
Venerdì, 12 April, 2002
Autore: 
Fonte: 
IL PICCOLO
Stampa e regime: 
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