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Diabete, l'Europa finanzia una ricerca sugli embrioni umani

Testo: 

Il via libera degli esperti di bioetica dell'Ue a uno studio su cellule staminali coltivate importate dagli Stati Uniti: impegnati scienziati spagnoli, inglesi e tedeschi
Stanziati 4 milioni di euro


MILANO - L'Unione Europea ha approvato e finanziato un progetto di ricerca in cui verranno usate cellule staminali (quelle totipotenti, che possono diventare qualunque organo o tessuto dell'organismo), di embrione umano. Lo scorso 21 marzo a Bruxelles un panel di esperti di bioetica ha dato il via libera a uno studio, su cui c'era già il parere favorevole del comitato scientifico, sul diabete insulino-dipendente che sarà condotto da ricercatori spagnoli, inglesi e tedeschi. Il direttorato generale della ricerca dell'Ue ha stanziato quasi 4 milioni di euro per questa sperimentazione che prevede l'uso di linee cellulari embrionali «importate» dagli Stati Uniti.
E questo mentre l'Italia sembra aver scelto definitivamente il solo uso delle cellule staminali prelevate da adulti come possibile fonte di nuove terapie per malattie gravi, quali il Parkinson o il diabete insulino-dipendente o l'Alzheimer, finora catalogate come difficilmente curabili, se non incurabili. La linea di ricerca è quella della «fabbrica di cellule» a fini terapeutici. Qualcuno ha ipotizzato anche la possibilità di arrivare a «fabbricare» organi di ricambio partendo dalla coltivazione di cellule staminali embrionali capaci poi di diventare qualsiasi altro tipo di cellula o tessuto. E vi sono già sperimentazioni sugli animali che confermerebbero tale via.
Tra le più promettenti c'è quella condotta dallo spagnolo Bernart Soria, dell'università di San Juan, che è riuscito a curare il diabete insulino-dipendente indotto nei topi transgenici grazie a cellule di isole di Langherans (quelle che producono l'insulina, la cui mancanza è causa del diabete) create da cellule staminali di embrione di topo. Le cavie sono completamente guarite e il lavoro di Soria ha avuto ampio risalto sulla rivista Science .
Il ricercatore spagnolo ha quindi presentato un progetto di ricerca, questa volta da sperimentare sull'uomo, all'Ue. E ora, insieme a un gruppo inglese ed uno tedesco, ha avuto il via libera e il finanziamento. La «fonte» delle cellule staminali di embrione umano, su cui lavoreranno i tre gruppi, è l'Nih americano. Cioè l'Istituto federale di sanità degli Stati Uniti. Il 9 agosto dello scorso anno, infatti, il presidente Bush ha autorizzato l'uso di fondi pubblici per ricerche su linee di cellule staminali di embrioni umani (quelli «orfani» rimasti congelati per lungo tempo e destinati alla distruzione o quelli frutto di aborto), poi coltivate in laboratorio. La stessa via era tra quelle indicate in Italia dalla commissione Dulbecco, nominata dall'allora ministro Umberto Veronesi, proprio al fine di indicare quali linee di ricerca con le cellule staminali erano scientificamente valide e moralmente praticabili. Il professore Demetrio Neri, ordinario di bioetica all'università di Messina e membro del Comitato nazionale di Bioetica decaduto nel dicembre scorso (e non ancora rinnovato), era uno dei componenti di quella commissione. Neri fa parte anche del panel di esperti di bioetica che ha approvato la sperimentazione per il diabete insulino-dipendente che verrà condotta da spagnoli, inglesi e tedeschi.

«Il progetto - spiega Neri - non prevede la distruzione di embrioni per ricavare le cellule staminali necessarie allo studio ma l'utilizzo di linee cellulari già esistenti, e in vendita, nei laboratori pubblici americani». Ma le ricerche sugli embrioni umani non sono vietate? «In Inghilterra i paletti per questi studi sono stati approvati dalle Camere e prevedono la "clonazione" a fini terapeutici di linee cellulari ottenute da embrioni congelati altrimenti destinati alla distruzione. Il coinvolgimento di un centro di ricerca tedesco è presto spiegato: a metà marzo è stata consentita l'importazione di linee cellulari derivate da embrioni, come quelle americane o quelle che verranno coltivate nei laboratori inglesi. In Spagna, infine, la ricerca su embrioni non vitali è consentita addirittura dal 1988».

E l'Italia? Un nostro gruppo di ricerca avrebbe potuto partecipare? «Al momento sì, è vietata l'importazione di gameti ed embrioni, ma non di linee cellulari. Bisogna però vedere quali limiti alla ricerca potrebbero venire da leggi come quella in discussione sulla procreazione medicalmente assistita». La politica della commissione europea al riguardo qual è? «Il parere del gruppo sull'etica della scienza - risponde Neri - è quello di consentire gli studi sulle cellule di embrioni sovranumerari. La stessa direzione espressa in Italia dalla commissione Dulbecco e dai documenti della Commissione nazionale di bioetica.

L'Ue poi lascia liberi i singoli Stati membri di adottare le regole che vogliono. Ma consiglia l'uso di finanziamenti pubblici. Anche perché queste ricerche, se compiute dai privati, possono poi essere coperte da brevetti. L'Ue ritiene, invece, che il frutto di questi studi deve poi portare a procedure utilizzabili da tutti. Il diabete insulino-dipendente, per esempio, colpisce il 3-5 per cento della popolazione italiana. Ecco perché deve intervenire il settore pubblico. La commissione europea, al riguardo, intende anche rivedere la normativa brevetti per quanto riguarda studi con fondi pubblici e con la compartecipazione dei privati».
mpappagallo@rcs.it

Data: 
Domenica, 31 March, 2002
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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