E' entrata ieri in vigore la normativa approvata un anno fa sulla "dolce morte"
Depenalizzati i reati che rendevano i medici perseguibili sul piano giudiziario.
Morire dignitosamente quando non si ha più la possibilità di vivere. Da ieri è un atto lecito in Olanda. E' entrata in vigore la legge approvata lo scorso anno, il 10 aprile, in cui vengono stabiliti i criteri di non perseguibilità dei medici che praticano la "dolce morte" e il suicidio assistito. E per la pima volta al mondo uno Stato rispetta la volontà dell'individuo di mettere fine alla sua vita in presenza di sofferenze causate da una malattia irriversibile. Non si tratta solo di una svolta storico-giuridica ma, come alcuni fanno notare, di un passaggio ad una nuova concezione della vita umana. Quella «fine dell'umanesimo europeo» gridata dal Vaticano e fino a ieri ribadita con le parole del cardinale Simonis, arcivescovo di Utrecht, viene letta da alcuni intellettuali solo come un amaro commento che ha il sapore di una sconfitta ideologica. In sostanza non si è perduto il senso di Dio, dicono, come vuole il Vaticano, solo si è riconquistato il vero peso dell'uomo. La normativa olandese, in realtà, segna solo un passaggio dal regime di tolleranza già osservato nel paese da diversi anni ad un quadro normativo preciso stabilendo dei "paletti" che riguardano soprattutto l'attività degli assistenti sanitari entro i quali si dovranno muovere se non vorranno più essere perseguibili sul piano giudiziario. Vi sono, cioè, alcune condizioni vincolanti che, se rispettate, rendono i medici non più incriminabili per il reato di "dolce morte" e di suicidio assistito. E queste sono: assicurarsi che il malato soffra «dolori insopportabili», che non abbia più «alcuna speranza di sopravvivenza» e che sia d'accordo a mettere fine alla sua vita. Inoltre: deve essere sempre consultato un secondo medico; un gruppo di esperti esamina il caso dopo la morte e può riferire al pubblico ministero se ha dubbi sulla condotta del dottore.
Il diritto a morire con dignità viene riconosciuto fin dall'età di 12 anni ma fino a 16 sarà necessario presentare l'autorizzazione dei genitori. Coot Kuipers, medico olandese, fa notare che la legge cambia poco perché l'unico cambiamento incisivo riguarda la depenalizzazione di una pratica ormai già diffusa. La Commissione dei diritti umani dell'Onu continua invece a criticare la normativa olandese. A luglio aveva affermato che questa avrebbe aperto la porta a uccisioni indiscriminate, e di routine, senza necessari controlli. E un altro timore riguarda i "turisti dell'eutanasia", i tanti malati terminali che potrebbero raggiungere i Paesi Bassi per ottenere un riconoscimento che non avrebbero in patria. Il dibattito è ancora aperto ma la pratica di riconoscere la volontà per i malati terminali di morire con dignità si va allargando ad altri paesi: in Belgio il senato ha votato a ottobre a favore di un progetto di legge sull'eutanasia. In Francia, Bernard Kouchner, il ministro della sanità, si è impegnato a far pressione in parlamento affinché si segua il modello olandese. In Australia la polemica non si è mai placata da quando la regione dei Territori del Nord la legalizzò nel 1996 per abrogarla solo nove mesi dopo. In Danimarca la persona malata terminale può decidere di fermare il trattamento medico. In Germania nel 1998 la corte d'appello di Francoforte ha aperto la strada all'autorizzazione dell'eutanasia per le persone in coma irreversibile. Secondo la corte, l'eutanasia può essere in linea di principio autorizzata solo se corrisponde inequivocabilmente alla volontà del paziente. E in Gran Bretagna solo qualche giorni fa Miss B, paralizzata da anni, ha ottenuto dall'Alta corte di Londra il diritto di morire «in pace e con dignità». In Italia l'eutanasia è illegale.
Giuliano Pisapia, di Rifondazione comunista, ha presentato in questa legislatura una proposta di legge sulla "dolce morte" che prende spunto dall'iniziativa promossa dall'associazione Exit. Presentata insieme a quelle di altri 196 parlamentari che hanno deciso di depositare alle Camere 25 proposte promosse dai Radicali italiani che da sempre si battono per il riconoscimento legale della pratica dell'eutanasia e del suicidio assistito. «Una legge che conceda a una persona morente il desiderio di mettere fine ai suoi giorni - ha ribadito il ministro della giustizia olandese Benk Korthalsa - è giusta solo in una società che si consideri ormai adulta».
Castalda Musacchio