ROMA - La Commissione Affari sociali della Camera ha conferito al relatore Dorina Bianchi (Udc) il mandato a riferire all'assemblea di Montecitorio sulla legge in materia di procreazione assistita. Oggi l'articolato andrà in Aula nella stesura risultante dal testo base come modificato dagli emendamenti approvati fino alla seduta della commissione di lunedì pomeriggio. Approvare al più presto una legge sulla fecondazione assistita che tenga conto dei diritti del bambino: lo chiede Riccardo Pedrizzi, responsabile di An delle politiche per la famiglia. Pedrizzi ricorda gli obiettivi che, a suo avviso, dovrà contenere la normativa: impedire ogni spreco di embrioni, vietare la fecondazione eterologa, consenitre quella omologa solo all'interno di una coppia di coniugi. Ciò che va impedito è la «prevaricazione di chi è più forte». Per Pedrizzi, «bisogna partire dal presupposto che nel nostro ordinamento non esiste in alcun luogo normativo un diritto al figlio. Il nostro compito di legislatori - conclude - è quello di riaffermare che il diritto non coincide con i desideri individuali e che solo il fatto di desiderare qualcosa non dà diritto ad averla». Alla vigilia della discussione a Montecitorio di un «testo proibizionista», circa 200 parlamentari di tutti gli schieramenti presenteranno alle Camere la proposta di legge radicale sulla procreazione assistita e la clonazione terapeutica: ad annunciarlo è il presidente di Radicali Italiani Luca Coscioni. Se il testo base in discussione venisse approvato «l'Italia - afferma - sarebbe condannata ad una sorta di medioevo scientifico nei confronti delle terapie derivanti dalla sperimentazione sulle cellule staminali, sperimentazione che nel resto del mondo rappresenta di già la nuova frontiera della medicina. Inoltre, questa legge condannerebbe alla malattia e alla morte i circa 10 milioni di italiani che secondo la Commissione presieduta dal Premio Nobel Renato Dulbecco potrebbero essere curati dalle nuove terapie basate sulle cellule staminali». «Lo scontro è di nuovo oggi - prosegue Coscioni - tra il Vaticano e i suoi dogmi oscurantisti e la libertà di pensiero e di ricerca scientifica».