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Radicali, si digiunerà per la Consulta

Testo: 

Da 200 parlamentari sostegno alle 25 proposte di legge

ROMA
I radicali lanciano "digiuno continuo", la nuova staffetta di "Satyagraha" gandhiani. Il bersaglio della protesta stavolta è il Parlamento che non si decide a rimpiazzare i due giudici costituzionali scaduti dal loro mandato e fa lavorare la Consulta a composizione ridotta. Il segretario del partito Daniele Capezzone non fa in tempo ad interrompere lo sciopero della fame che già da Bruxelles Marco Pannella annuncia di volerne raccogliere il testimone «a partire dal Giovedì Santo». L'inedito parallelismo con le penitenze quaresimali conclude in crescendo la "giornata particolare" dei radicali, soccorsi da 200 parlamentari (da An a Rifondazione) che depositeranno alla Camera e al Senato le loro 25 proposte di legge di iniziativa popolare. Una "cordata" trasversale che è innanzi tutto un accorato appello a Capezzone per cessare al 28° giorno il suo digiuno di protesta. «Inizierò lo sciopero della sete - afferma con tempismo Pannella - affinché il Parlamento completi il plenum della Corte Costituzionale. Noi siamo il pronto soccorso di un paese condannato all'ignoranza, in cui la gente è informata soltanto su ciò che accade a Sanremo e a Cogne». Nella sede di Torre Argentina si alternano preoccupazioni per la già precaria salute del leader storico e soddisfazione per il manifesto-pachwork firmato da Cesare Previti e Katia Bellillo, Marcello Dell'Utri e Franca Chiaromonte, Teodoro Buontempo e Giuliano Pisapia. Alle 11 Emma Bonino chiama dall'Egitto per complimentarsi mentre il presidente Luca Coscioni, Rita Bernardini e Sergio Stanzani stanno discutendo della riforma dell'Italia in senso "liberale, liberista e libertario". «È l'inizio di una nuova fase - spiegano i "Pannella boys" - contro l'attentato ai diritti fondamentali dei cittadini chiederemo un intervento delle massime cariche dello Stato». Sotto accusa il "black out" informativo sulle 25 proposte di legge, principale ostacolo alla conquista delle condizioni minime di lotta politica democratica. «Solo allora - precisano i radicali - sarà possibile un confronto in campo aperto, ovvero la sfida civile tra riformatori e conservatori, tra sostenitori e oppositori delle nostre battaglie». Nel "pacchetto" ci sono la riforma presidenzialista dello Stato, la modifica in senso uninominale e maggioritario delle leggi elettorali, l'introduzione del voto elettronico, la responsabilità civile dei magistrati, la riduzione dei termini di custodia cautelare, l'innalzamento dell'età minima per la pensione, l'introduzione nella sanità della concorrenza tra pubblico e privato; la clonazione terapeutica, la procreazione assistita, la semplificazione delle procedure per il divorzio, la legalizzazione dei derivati della cannabis, la somministrazione controllata di eroina, l'uso terapeutico della marijuana, il registro delle unioni di fatto (anche per le coppie omosessuali), la prostituzione legalizzata, l'affidamento e l'adozione estese ai single, la pillola del giorno dopo. Viene proposta, inoltre, l'abolizione per il referendum abrogativo sia del quorum sia del giudizio di ammissibilità della Corte Costituzionale, del finanziamento pubblico di partiti e sindacati, dell'8 per mille Irpef destinato alle confessioni religiose o allo Stato, dell'obbligatorietà dell'azione penale, della separazione delle carriere dei magistrati, del sostituto d'imposta, dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e del regime concordatario tra Stato e Chiesa.

Giacomo Galeazzi

Data: 
Lunedì, 18 March, 2002
Autore: 
Fonte: 
LA STAMPA
Stampa e regime: 
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