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Capezzone: Rai e Mediaset «alleate». Solo silenzio per le proposte radicali

Testo: 

Il segretario al 26° giorno di sciopero della fame: non mi arrendo e continuo a raccogliere firme per i referendum

ROMA - Andrà avanti ad acqua e cappuccini fino a quando «qualcuno», ai livelli più alti della Rai e delle istituzioni, non dirà solennemente «mai più».
Non deve più accadere che «elementari diritti democratici siano messi in discussione, che Rai e Mediaset ignorino le 25 proposte di legge di iniziativa popolare promosse dai radicali».
Il segretario Daniele Capezzone è deciso ad andare avanti. Fino a portare il «caso Italia» davanti alla Corte europea di Ginevra, alla prossima commissione dei diritti umani. E, se nulla dovesse cambiare, «fino all'ultimo».
Al 26° giorno di sciopero della fame non nasconde di essere «decisamente provato». Quando ha affidato la sua salute a tre cappuccini «poco zuccherati» al giorno pesava 73 chili, ora la bilancia ne rivela 62. «Ma non mi fermo. Lunedì si chiude e siamo lontani dalle 50 mila firme per i referendum . Se fossero in gioco solo i nostri diritti direi "crepi Capezzone con tutti i radicali".
Ma non è più tollerabile che Rai e Mediaset tolgano diritti ai cittadini senza che le istituzioni muovano un dito». Quali diritti, segretario? «Ad esempio il diritto di sapere che, a dispetto di quanto deciso dalla volontà popolare, tutti i partiti, radicali esclusi, hanno portato a casa in tre anni quasi 400 milioni di euro di finanziamento pubblico ».

Il 5 marzo, ascoltato dalla commissione di Vigilanza, Capezzone ha ricordato che il suo partito soffre di un deficit «storico» di informazione, e ha chiesto maggiore attenzione ai temi della proposta referendaria. Sono passati dieci giorni e non è cambiato nulla. «Destra e sinistra hanno riconosciuto che sono stati lesi i diritti dei cittadini, ma c'era Sanremo e la Rai ha sospeso gli approfondimenti politici. Poi ci sono stati i girotondi, con il vergognoso attacco a Baldassarre, la cui presidenza non può essere giudicata da chi ha occupato la Rai per anni».
L'attacco è all'ex presidente Zaccaria , un «lottizzato e lottizzatore che ora predica contro il regime». L'accusa è pesante, ma Capezzone insiste: «Quando si formava il Cda Rai con 6 democristiani, 4 socialisti, 3 comunisti, eccetera, Zaccaria era un giovane membro in quota dc. Poi, da presidente, ha fatto a bistecche il cavallo di viale Mazzini». E ce n'è anche per Santoro, Vespa e Biagi , colpevoli di gestire «arbitrariamente» l'agenda politica italiana : «Ciascuno di loro è un dominus assoluto dei temi di cui si deve discutere o no».

Monica Guerzoni

Data: 
Sabato, 16 March, 2002
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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