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E al congresso della Fp-Cgil una kefiah sulla sedia vuota di Arafat

Testo: 

ROMA - «Stiamo affrontando una guerra totale contro il nostro popolo, le nostre donne, i nostri bambini. Siamo accerchiati». La voce di Yasser Arafat rimbomba nella sala dell'hotel Ergife, scelta dal sindacato dei dipendenti pubblici Cgil per il congresso. Ma è una voce che viene da lontano, dal quartier generale di Ramallah, dove il presidente dell'Autorità palestinese è assediato dall'esercito israeliano, che intende rispondere così ai reiterati attacchi terroristici. La Fp-Cgil, che da molti anni ha stretto relazioni con i sindacati palestinesi (e con quelli israeliani), aveva invitato Arafat all'apertura del suo congresso, in una sessione tutta dedicata alla crisi mediorientale. Ma deve accontentarsi di un collegamento telefonico. Breve, ma intenso: «Dall'aggressione militare israeliana abbiamo subito fino ad ora più di 2 mila morti e 42 mila feriti. Nonostante tutto siamo impegnati per la pace, nel perseguimento di quel piano di pace che avevo iniziato con il mio partner Yitzak Rabin, che ha speso la sua vita per questa causa». Arafat saluta e ringrazia: «Thank you, thank you, thank you». La platea di sindacalisti scatta in piedi e applaude per un minuto. Hanno tutti la kefiah distribuita all'ingresso. La portano sulle spalle. E una è in bella evidenza sul posto vuoto riservato ad Arafat. Interviene Hilarion Capucci, arcivescovo di Gerusalemme, e il grido di dolore si rinnova: «Per noi palestinesi la pace è l'unico mezzo per porre fine alla condizione di un popolo errante, martoriato, umiliato, straniero nel suo Paese. Vogliamo due Stati indipendenti che lavorino insieme. Sì alla pace giusta, ma mai alla resa». Parla Gino Strada, fondatore di Emergency. Racconta la sua esperienza in Afghanistan: «Questa non è una guerra al terrorismo, ma tra terrorismi. Non sono antiamericano, ma essere contro questa politica americana è un dovere morale per tutti gli amanti della pace». Conclude il leader della Cgil, Sergio Cofferati: «Chi punta a destabilizzare Arafat commette un grave errore ed è responsabile della messa in discussione degli spazi esigui di pace».
Enrico Marro

Data: 
Mercoledì, 23 January, 2002
Autore: 
Fonte: 
CORRIERE DELLA SERA
Stampa e regime: 
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