La Toscana è la prima regione in Italia che nel proprio statuto ha riconosciuto le convivenze, eora anche la regione Marche si appresta riconoscere le coppie di fatto e le coppie gay. Nel nuovo statuto regionale è inserito un articolo dove si afferma che la regione adotta le più opportune politiche di sostegno alle giovani coppie. Giacché anche in Friuli Venezia Giulia c'è un importante dibattito sulla stesura del nuovo statuto, sarebbe opportuno che, in una regione che ambisce a essere porta aperta verso nuovi mercati, verso la nuova Europa, ostile agli steccati di convivenza fra i popoli, si prendesse atto che il pluralismo della nostra società non consente più, se non al prezzo di gravi e inutili costi sociali, di imporre alle famiglie non tradizionali una drastica scelta fra due sole opzioni: il matrimonio tradizionale da una parte, l'assenza assoluta di qualsiasi riconoscimento giuridico e perfino di tutela in caso di eventi imprevisti dall'altra.
Non devono essere adottati trattamenti punitivi nei confronti di chi non ha potuto nemmeno scegliere se sposarsi o meno, semplicemente perché l'attuale legislazione non prevede la possibilità di sposarsi per due persone dello stesso sesso. Agli omosessuali italiani, che come tutti gli esseri umani non hanno scelto il proprio orientamento sessuale e quindi affettivo, è oggi vietato di scegliere un qualunque tipo di regolamentazione giuridica dei rapporti familiari e di coppia creatisi attraverso convivenze stabili. Occorre che la nostra regione inserisca nell'agenda dei lavori del proprio statuto i principi sempre più acquisiti alla coscienza civile e giuridica europea. La parità di diritti per i cittadini potrà dirsi realizzata solo quando sarà consentito anche agli omosessuali di scegliere di regolare la propria vita e i loro propri rapporti giuridici e patrimoniali.
Gianfranco Leonarduzzi
Radicali italiani Friuli-Venezia Giulia