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Istruzione. Italia infrange il diritto comunitario sfruttando il precariato nella scuola. Servono nuove modalità di reclutamento.

Testo: 

Sono 130mila i precari della scuola pubblica che garantiscono la continuità scolastica, ma attendono tra una supplenza e l'altra, l'entrata in ruolo. Oggi il 62% degli insegnanti ha più di 50 anni e i giovani insegnanti sono costretti ad accettare un calvario per ottenere l'abilitazione. Nell'ultimo decennio ogni cambio di ministro è stato caratterizzato da nuovi percorsi formativi, dai corsi Ssis ai tfa, dai nuovi superconcorsi ai Pas speciali.
Per i giovani laureati una corsa ad ostacoli, con un costo per i singoli corsi dai 2000 ai 3000 euro per ingrassare i soliti noti, i professori universitari, il più delle volte entrati nella carriera universitaria per cooptazione.
La Commissione europea, dopo il ricorso dei precari, ha attivato la procedura di infrazione n. 2124/2010 per la mancanza di misure idonee a prevenire gli abusi nella successione dei contratti nei confronti di tutti i precari alle dipendenze di pubbliche amministrazioni.
L’Italia ha commesso una grave infrazione del diritto comunitario e dal prossimo settembre il Ministero dell’Istruzione dovrà procedere a una valanga di immissioni in ruolo per adempiere alle indicazioni dei giudici europei.
Invece di investire sul corpo insegnanti premiando quelli con il miglior curriculum, lo Stato ha preferito creare precariato scolastico per rispamiare, dato che supplenti annuali è corrisposto lo stipendio base, senza lo scatto per anzianitá, senza il riconoscimento delle ferie estive ed il versamento dei contributi.
In accordo con quanto avviene in Europa vanno invece incentivati contratti che superino il dogma dello status di dipendente pubblico e prevedano nuove forme contrattuali, attraverso modalità di reclutamento aperto direttamente dai loro datori di lavoro, ossia dalle scuole o dalle autorità educative locali, con il superamento del ricorso ai concorsi come unico metodo di reclutamento con la possibilitá di stipulare contratti che consentano di pagare di più gli insegnanti bravi e licenziare quelli incapaci.

Autore: 
Stefano Santarossa, membro Comitato Nazionale di Radicali Italiani
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