Su l'Espresso in edicola Marco Damilano nel borsino della politica Top e Flop se la prende con Marco Pannella "lo storico leader radicale che con i suoi quesiti ha cambiato la storia d'Italia, l'infaticabile profeta dei banchetti" che a detta del giornalista "questa volta non protesta nemmeno un po'". Il tema è quello del progetto di Renzi di innalzare da 500 mila a 800 mila le firme necessarie a convocare i referendum abrogativi.
É paradossale che tale critica venga dal settimanale che da anni non dedica nemmeno una riga ai radicali e a Marco Pannella. Invito Damilano a leggersi il comunicato di Rita Bernardini, segretario di radicali italiani, che appresa la notizia della proposta, ha subito denunciato come " i referendum oggi si trovano in una situazione di “contro-democrazia” che fa strage di diritti come fossero un “fastidio da seppellire”".
Oggi lo strumento referendario è uno strumento in mano alle organizzazioni che hanno a disposizione gli autenticatori necessari per rendere legale le firme. Per chi non rientra nel gioco partitocratico non ci sono altre possibilità ed il referendum possono farlo solo i partiti, anche se la Costituzione parla di elettori.
Oggi la non democrazia in Italia è completata da un servizio pubblico radiotelevisivo che riesce a determinare il successo in modo scientifico dei competitori politici (si vadano a rileggere gli incredibili dati della coincidenza tra ascolti televisivi consentiti dei vari leader politici e i risultati delle elezioni europee elaborati dal Centro di ascolto) e da una stampa asservita al regime dei partiti. Prendo atto che L'Espresso di questa settimana non fa eccezione.