Oggi la delegazione dei radicali formata da Michele Migliori, Nicolò Gnocato e il sottoscritto, ha effettuato la visita ispettiva al carcere di Tolmezzo. Si tratta di una struttura particolare dato che ospita prevalentemente detenuti soggetti ad alta sorveglianza e in regime di 41bis. Siamo stati accolti dal direttore dott.ssa Silvia della Branca, che dal 2003 è responsabile del carcere. Per circa mezz'ora il direttore ha risposto in modo completo e puntuale al questionario che i radicali hanno predisposto per valutare la situazione della struttura. Mi è sembrato che la buona accoglienza a noi riservata sia un riconoscimento dell'attenzione che i radicali hanno sempre rivolto al pianeta carcere.
I numeri del carcere, con i 175 ospiti rispetto ai 220 posti disponibili, dei quali 68 detenuti "comuni", 86 in alta protezione e 20 in 41 bis, rappresentano un'eccezione rispetto a quanto accade negli altri istituti penitenziari italiani. All'interno della struttura per i detenuti comuni è applicato il regime aperto, dalle 8.30 alle 19.00 le celle nei vari settori non sono chiuse e gli ospiti possono muoversi tra le celle e comunicare con gli altri detenuti. Tale situazione è ritenuta dal direttore molto positiva, sono diminuiti i motivi di tensione all'interno della struttura. A parere del direttore tale misura andrebbe estesa anche ai detenuti AS. C'è da sottolineare che la struttura offre ad oltre un centinaio di detenuti la possibilità di lavoro all'interno del carcere; sono organizzati corsi professionalizzanti di giardinaggio con una serra all'esterno, un corso completo per periti elettrotecnici dalla prima alla quinta superiore all'interno del carcere, palestra e corsi di grafica. Le opere di manutenzione del fabbricato sono in parte realizzate dagli stessi detenuti. Per i detenuti in 41 bis tali attività sono chiaramente non possibili, ma è consentito frequentare corsi anche universitari online. Rispetto alla presenza degli immigrati, un detenuto ha sottolineato che la burocrazia non ha consentito ad alcuni stranieri di poter espiare la pena con l'estradizione nel proprio paese di origine (anche per una recente modifica del decreto ministeriale nda). Tale possibilità insieme alla modifica delle norme sulle droghe (legalizzazione) potrebbero, a detta del direttore, ridurre il sovraffollamento. Negli ultimi due anni non si sono verificati suicidi nella struttura.
Si sottolinea che nella struttura non c'è sovraffollamento perché attualmente i detenuti comuni vengono trasferiti altrove e a regime il carcere ospiterà esclusivamente detenuti in alta sorveglianza o in 41bis. Per ragioni di sicurezza oggi 49 persone sono ospitate in celle singole mentre 126 in celle doppie. Le guardie carcerarie sono 160.
Per i 41bis, su 20 detenuti 10 sono in attesa di giudizio e sentenza definitiva. La conferma delle condizioni di permanenza in tale condizione di 41bis avvengono su decisione del ministro della giustizia sulla base delle relazioni del magistrato di sorveglianza. Il carcere in questo senso non ha voce in capitolo. I condannati all'ergastolo sono 10 di cui 5 a ergastolo ostativo. Per poter uscire da tale stato l'unico modo è collaborare o dissociarsi dall'associazione mafiosa. Per i detenuti in 41bis è possibile solo un colloquio di un'ora al mese per parenti fino al terzo grado. Il colloquio avviene con l'interposizione di un vetro. Per i detenuti con figli di età inferiore a dieci anni negli ultimi dieci minuti è consentito il contatto fisico tra genitore e figlio. È possibile solo un'ora d'aria al giorno, il mattino o il pomeriggio, a gruppi di quattro persone. I processi si tengono in teleconferenza. Non sono presenti particolari patologie tra questi ospiti. Ai detenuti è consentita la lettura di quotidiani, riviste e libri ma l'ascolto solo dei canali Rai per la radio e dei canali nazionali per la televisione.