You are here

Consigliere comunale contro le donne «Cervello diverso, guardate i parcheggi»

Testo: 

IL CONVEGNO A VERONA
L’intergralista cattolico Zelger: «Si vede da come parcheggiano». Pannella: «Dovreste essere un po’ meno uterini»

VERONA Giusto per inquadrare l’evento: sul palco i «liberali» e gli «integralisti». Tre contro tre. Arbitro: Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera. E come ad ogni evento che si rispetti una guest star: Marco Pannella. Che nonostante le bordate di fischi incassate dai secondi, in realtà non ha per nulla sposato le tesi dei primi. Ha provato a fare un passo oltre, ma come gli capita spesso non è stato capito. Tant’è. Perché quello che è andato in scena ieri alla Gran Guardia, più che un «convegno-dibattito», come era nelle ammirevoli intenzioni degli organizzatori, si è inevitabilmente trasformato in una sorta di ring ideologico. Dove i pugni sono stati sostituiti da colpi di fioretto verbale non indifferenti e dove non sono mancate le «perle» del consigliere Alberto Zelger. Integralista cattolico a difesa della famiglia naturale e contro l’eutanasia, il Zelger già noto alle cronache per le sue posizioni sull’omosessualità, ieri ha sfoderato anche dei neologismi sulle donne «che hanno un cervello differente da quello degli uomini, basta leggere degli studi scientifici e vedere come parcheggiano le auto. O, ancora, vedere come se la parte sinistra del cervello di un uomo viene colpita da un oggetto lui smette di parlare, mentre la donna continua...». O le dichiarazioni del suo accolito di parte, il professor Massimo Gandolfini che ha detto che «basta dire che gli omosessuali sono malati. Non è vero. Sono persone, è scientificamente provato, che devono essere soccorse».

Erano in 500, ieri in Gran Guardia, al dibattito su «Unioni gay e fine vita» con, dalla parte «liberal» Marco Pannella, che però ha fatto un intervento a parte, Marco Cappato dei Radicali e il consigliere della Lista Tosi Giorgio Pasetto e, dall’altra, Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici, il professor Gandolfini, vicepresidente nazionale di Scienza & Vita e il consigliere Zelger. Tutti a sciorinarsi di complimenti per quel «confronto» che in realtà altro non è stato se non un ribadire e arroccarsi sulle reciproche posizioni. Con Cappato a rispondere ai tradizionalisti che, sempre parlando di studi, alcuni hanno dimostrato come chi porta tanto livore verso la diversità sessuale spesso nasconde «una latente omosessualità ». Con Pasetto che «dissento su tutto quanto detto da Zelger tranne che sul fatto che almeno lui ha accettato un dibattito che altri “progressisti” non fanno...». E la fazione «anti » a dire che di «diritti» gli omosessuali non ne hanno bisogno perché ce li hanno già, figurarsi se serve un matrimonio. Che basta parlare di «persecuzione » perché dati governativi smentiscono che ci sia. E pure di suicidi, che quelli per orientamento sessuale si contano su una mano. Con i «liberal » a smentirli, punto su punto. Che di diritti c’è bisogno, che le coppie omosessuali non tolgono niente a quelle eterosessuali se vengono riconosciute. E che ogni suicidio è comunque un suicidio di troppo, al di là delle motivazioni. E poi lui, Marco Pannella. Arrivato a metà dibattito è stato come una statua di cera ad ascoltare tutti. Ha preso la parola, è partito in una dissertazione filosofica sul senso della famiglia e del concepimento per arrivare a dire che di «matrimonio» nel senso storico del termine, per gli omosessuali non ha senso parlare. Non hanno capito, i tradizionalisti. E lo hanno bordato di fischi. E allora il graffio di Marco è arrivato, cercando lo sguardo di Zelger di cui aveva sentito le affermazioni sulle donne. «Proprio voi - ha detto - dovreste essere un po’ meno uterini...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Data: 
Sabato, 8 November, 2014
Autore: 
Angiola Petronio
Fonte: 
Corriere del Veneto
Stampa e regime: 
Condividi/salva