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Cinquestelle, gioie e dolori di quelli della prima ora

Testo: 

Il fascino dei primi capi che spesso devono soccombere: il movimento non c’è più

Un tempo erano i capi, loro. Le avanguardie, i seniores, i “vecchi”, i più fedeli, i più tosti. Quelli dalla fede incrollabile. I primi dirigenti bolscevichi, o nazisti; o i fascisti della prima ondata; i vecchi dirigenti popolari o socialisti; i primi extraparlamentari, o radicali; i renziani della prima ora, o i grillini neoparlamentari. C’è un che di indubbiamente fascinoso – il fascino della novità, l’ardimento del neofita – nelle figure che popolano l’esordio di un movimento.

C’è quel sentore di innocenza, ingenuità, fideismo che il più delle volte cede poi il passo al cinismo della politica, e vengono avanti altri, più giovani, più spregiudicati. È il classico corso e ricorso, quello della vecchia guardia messa da un canto, magari con tanto di tappeti rossi srotolati e parole amabili, come si usa col nonnetto stimato ma un po’ rimbambito.

Dunque, finiremo per rimpiangere i tempi eroici (era solo un anno fa!) della coppia Crimi&Lombardi – lui goffo, lei cattiva – e delle sbruffonerie di Di Battista e Morra, per seguire l’inappuntabile Di Maio sciorinare ragionamenti politicisti che nemmeno venisse dalle Frattocchie o dalla Camilluccia?

Ma non sta accadendo la stessa cosa anche ai renziani della prima ora, agli animatori del mito leopoldesco e adoratori di spallate rottamatorie che stanno scoprendo amaramente che, una volta al governo, quanto sia difficile sfondare le resistenze tutte italiche alla conservazione dell’esistente? E non successe così a leader e leaderini di gruppi gruppetti e gruppuscoli degli anni Settanta, in estasi col megafono in mano e poi sottilmente depressi quando si trattò di indossare giacca e cravatta per alzarsi a parlare nell’aula di Montecitorio? Pure ai vecchi socialisti – per non dire dei fascisti – parevano irreali i riti parlamentari, loro che erano abituati ai circoli fumosi, ai congressi semiclandestini e poi alle piazze piene: e infatti nelle aule di palazzo Madama e Montecitorio non si trovarono mai bene.

Solo i radicali di Pannella furono sempre gli stessi, in qualunque luogo e circostanza, fossero dietro un banchetto in piazza o davanti alla presidenza della camera. Un unicum. Perché di solito ci si adatta difficilmente al mutare delle situazioni: e non c’è niente di più difficile per un movimento farsi partito, vero cari Grillo e Casaleggio?

Data: 
Mercoledì, 9 July, 2014
Autore: 
Mario Lavia
Fonte: 
Europa
Stampa e regime: 
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