DUE PALAZZI Al congresso nazionale "Nessuno tocchi Caino"
Sabato 21 Dicembre 2013,
«Non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Dobbiamo garantire che la pena, nella sua primaria funzione rieducativa, consenta quella crescita civile e culturale essenziale al reinserimento sociale». Il congresso di "Nessuno tocchi Caino" al Due Palazzi si è aperto con il messaggio del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, invitata a Padova, ma trattenuta all’ultimo momento a Roma dopo l’evasione del serial killer Bartolomeo Gagliano. Nelle sue parole anche il ringraziamento all’associazione per l’attività contro la pena di morte e un pensiero ancora all’iniziativa nel carcere di Padova «esempio concreto che attraverso la sinergia di forze tanto si può fare in questa direzione».
No alle esecuzioni capitali nel mondo e no alla morte per pena, il tema dell’incontro che ha visto anche la presenza del presidente della commissione cultura alla Camera Giancarlo Galan. L’ex ministro, in mantello nero, ha raccolto subito l’invito del segretario (riconfermato) Sergio D’Elia e si è iscritto a "Nessuno tocchi Caino". «Mi hanno domandato 100 euro e li ho dati volentieri - ha commentato tra gli applausi chiedendo la ricevuta -. C’è sempre una tassa da pagare, ma so che verranno spesi bene». Non ha evitato critiche al recente decreto carceri. «Il consiglio dei ministri, in risposta all'appello del presidente della Repubblica, ha presentato una roba che non serve a niente, imbarazzante e inadeguata a combattere lo sfacelo della giustizia. Il carcere di Padova, che non è tra i peggiori, vede nella casa circondariale 98 posti disponibili e 245 ospiti, al penale 350 e 886 detenuti. Quando sono orgogliosi di un provvedimento i ministri fanno a cazzotti per essere presenti alla conferenza stampa. Angelino Alfano non c’era alla presentazione del decreto carceri, vuol dire che si vergognava». Ma al congresso una vera standing ovation è stata rivolta a Marco Pannella, giunto a fine mattinata, per nulla provato dal digiuno per la sua battaglia sulle carceri, ormai al quarto giorno. Sigaretta in bocca («Ho il certificato medico, sono tabagista»), non si è risparmiato in strette di mano ai detenuti che affollavano le gradinate. «Non so se riuscirò a passare da voi il capodanno, come in passato - ha detto - gli impegni mi portano lontano da qui». Lotta che non conosce tregua a sostegno di chi vive in una cella, per la polizia penitenziaria, contro la pena di morte. «Tre anni fa sull'amnistia nessuno diceva niente, tranne noi.- ha ricordato - Ora ci sono il presidente della Repubblica, la Cancellieri, il Tar del Lazio. Ma poi cosa succede? Che se evadono in due sono tutti sconvolti e invece della tragedia di Torino, dell'omicidio-suicidio di due agenti di polizia penitenziaria, si mette tutto a tacere. I carceri sono luoghi di tortura per tutti». Un accenno anche allo stato Vaticano che ha abolito l’ergastolo e introdotto il reato di tortura. «Io mi sento vicino idealmente alla città di Pietro - ha detto Pannella - piuttosto che a quella di Cesare, il posto delle catacombe». Tra i detenuti la testimonianza di Lorenzo Sciacca, 16 anni di carcere, ora volontario a Ristretti Orizzonti: «Nacqui che mio padre era in prigione. Da minorenne ci sono finito anch’io. Mi chiedo i perchè delle mie scelte solo ora che lavoro. E solo ora penso che ho lasciato vittime». A fine congresso, Carmelo Musumeci, ergostolano che collabora con Ritretti Orizzonti, è entrato nel direttivo di "Nessuno tocchi Caino". E Pannella ha interrotto il digiuno con un cioccolatino offerto dai detenuti.