San Quirino, l’assemblea organizzata dal comitato che si oppone all’impianto. «Abbiamo presentato 4 esposti in Procura»
SAN QUIRINO «La centrale biogas di San Foca produce emissioni atmosferiche pari a quelle di 9 mila auto in circolazione ed è un businnes privato, pericoloso per la salute dell’uomo e dell’ambiente, che si fonda elusivamente sugli incentivi statali, pari a 0,28 centesimi di euro chilowatt di energia prodotta, goduti dallo stesso imprenditore e pagati dai cittadini nelle proprie bollette dell'energia». È la denuncia che il “Comitato per la salvaguardia di San Foca” sta portando avanti dall’agosto 2012, da quando cioè la Conferenza dei servizi ha dato alla Sito Energy l’autorizzazione a costruire la centrale di via Partidor. L’impianto è in funzione da gennaio del 2013. Da dicembre 2012 a oggi, il comitato ha già presentato quattro esposti in Procura. Tutto questo è emerso l’altra sera nella conferenza sul biogas organizzata dallo stesso comitato. Tra il pubblico c’erano anche gli assessori Daniele Michelin e Graziano Perin, mentre per le minoranze i consiglieri Davide Galassi e Stefano Santarossa.
«Siamo preoccupati – ha esordito un rappresentante del comitato – e arrabbiati con l’amministrazione che, fin dall'inizio, non ha mai informato in modo trasparente, tutelando il privato. Da ultimo ha presentato in consiglio comunale una proposta assurda, che non tiene conto delle linee guida da noi depositate in Procura sulla costituzione di un organo di controllo cittadino». I rischi connessi all'impianto, secondo i relatori sono diversi. Il biogas è una miscela di vari tipi di gas, per il 60-70 % metano, prodotto dalla fermentazione batterica di residui vegetali o animali. Ebbene per l'ingegnere Pietro Petroni, tecnico dell’unione dei Comitati per per l’ambiente dell'Emilia Romagna, «la centrale di San Foca sta producendo emissioni pari a 15 auto a testa per ciascun cittadino di San Foca, compresi vecchi e bambini».
Luciano Zenone, presidente del coordinamento dei Comitati del Fvg, ha invece puntato il dito sulla normativa italiana che «consente agli imprenditori di andare avanti a suon di varianti e autocertificazioni e che non garantisce controlli efficaci. C’è di più – ha incalzato –: nella nostra regione l’Arpa solo da poco tempo e comunque solo in certi casi sta cominciando a fare controlli certificati. Ciò significa che l'imprenditore che si rivolge ad un laboratorio privato certificato, può ribaltare le conclusioni dell’Arpa e vedersi dare ragione dalla Provincia». Quindi il business. «Senza gli incentivi statali – è stato detto – che noi cittadini tutti paghiamo in bolletta qualsiasi sia il gestore, alla voce oneri di sistema, questi imprenditori non avrebbero alcun vantaggio a produrre energia. Confrontando il guadagno di un normale agricoltore, a parità di quintali di silo mais per ettaro, e sulla base del costo medio cui viene venduta l'energia, il guadagno sommati gli incentivi è pari a quasi sei volte tanto». ©RIPRODUZIONE RISERVATA