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Marcia dei 40mila per la pensione ai giovani

Testo: 

Videochat del Corriere.it, Daniele Capezzone presenta il suo network

L’ex segretario radicale: «A settembre una grande manifestazione per alzare l’età pensionabile e dare un futuro ai nostri ragazzi»

MILANO - Daniele Capezzone ricomincia da due: «Due grandi manifestazioni per cambiare da subito il nostro Paese: una marcia dei 40mila, come quella dei colletti bianchi della Fiat, per chiedere l'innalzamento dell'età pensionabile e dare un futuro ai nostri ragazzi; e una grande manifestazione per la riduzione delle tasse».
L'ex segretario dei Radicali, intervenuto alla videochat del Corriere.it, si dà due obiettivi nella sua nuova vita, da fondatore e animatore del network Decidere.net.
«Approfitto della videochat con il Corriere.it - ha detto Capezzone - per dare agli ascoltatori una primizia. Organizzeremo a settembre una grande manifestazione pubblica sulle pensioni», per dire no a una controriforma che rischia di cancellare la previdenza, sostiene Capezzone, per i giovani. «Accadrà questo se passerà la linea di Rifondazione comunista. Tanti hanno detto che ci servirebbe una marcia dei 40mila come quella dei colletti bianchi della Fiat. Forse l'avremo».

TASSE - L'altra grande manifestazione immaginata da Capezzone è quella per chiedere l'abbattimento delle aliquote fiscali e l'introduzione di una flat tax, una tassa unica, per le imprese: «È assurdo che la Polonia abbia un'imposizione fiscale unica per le imprese al 19%, in Austria è del 25%. E noi come possiamo competere - ha spiegato Capezzone - con questi paesi con tutto il fardello di tasse che ci ritroviamo?». Ci vuole una rivoluzione fiscale, sostiene Capezzone: «Bisogna introdurre una tassa piatta del 20%. E faremo una manifestazione per chiederne l'applicazione. La rivoluzione fiscale - sostiene Capezzone - è possibile, riducendo la spesa pubblica anche solo dello 0,4% ogni anno. In un Paese dove lo Stato spende il 51% del Pil, basta una limatura di meno di mezzo punto per ottenere un risultato inimmaginabile. È sconvolgente che nel Dpef sia prevista una riduzione della pressione fiscale dello 0,2%. Ma stiamo scherzando?».

IL NETWORK – Entrambe le iniziative nascono nell’alveo del nuovo movimento ideato da Capezzone: 13 «cantieri» per fare tornare la politica al suo compito, una politica «meno strillata» e «più concreta», «per dare risposte immediate» alle emergenze della società. «Non credo – ha detto Capezzone – che il paese faccia passi avanti con la contrapposizione delle due piazze. Mio accusano di fare intelligenza con il nemico, che in questo caso sarebbe il centrodestra? Ma io non ho nemici. Sono in contrapposizione solo con chi tiene alta la spesa pubblica e le tasse, questo sì. O con chi vuole la controriforma delle pensioni e negare un futuro ai giovani. Il dramma italiano – ha aggiunto – è che sul lato sinistro non abbiamo avuto un Blair e su quello destro non c’è stato un Aznar». Ma meglio Aznar o Zapatero? «Meglio chi fa andare avanti il paese – ha tagliato corto Capezzone - Aznar ha fatto tanto per sviluppare le aziende spagnole, ha promosso una coraggiosa riforma fiscale. E Zapatero non ha cancellato quanto di buono fatto dal predecessore. Ecco, io sogno un paese dove chi viene dopo tenga le cose buone di chi l’ha preceduto».

DANIELE E MARCO – Capezzone non si è sottratto alle domande degli Internauti sulle polemiche degli ultimi mesi con Marco Pannella, padre padrone dei radicali italiani: «Mi sento più che altro una vittima in questa situazione. Mi hanno accusato di tutto – ha detto Capezzone - ci manca soltanto che mi accusino della violazione del trattato di Kyoto e della retrocessione in B della Juve. Ma io sono stanco delle polemiche, voglio parlare solo di cose concrete: delle liberalizzazioni che servono al Paese, dell’abolizione degli ordini professionali, per esempio. Secondo me il partito ha avuto un ruolo troppo subalterno e rinunciatario nella maggioranza. Allora ho scelto di fare un network, e non l’ennesimo partitino, con persone con storie differenti, di provenienza diversa. Noi parleremo solo di qui 13 punti concreti che abbiamo evidenziato nel nostro manifesto. Marco mi accusa di essere assenteista dalle aule del Parlamento? Mi sono concentrato sul ruolo di presidente della Commissione attività produttive, studio i dossier, lavoro alla proposta di legge per dare vita a un'azienda in un giorno. Chiaro che il resto dell'attività di deputato ne risenta». Ma Capezzone preferisce chiudere il capitolo Pannella con una battuta: «A Marco rispondo come il Verdone di Bianco, Rosso e Verdone: Love love love».

VELTRONI - Perché non entra nel Partito democratico, gli chiedono in chat. E Capezzone risponde: «Perché non so quali sono gli obiettivi del Pd. Non saprei dire 3 cose 3 che il Pd vorrà fare». E Veltroni? «Mi pare che non abbia ancora preso decisioni. Per esempio ha dichiarato che sostiene il referendum elettorale, ma che non firmerà. Mi ha ricordato un po’ Bill Clinton, quando gli hanno chiesto se aveva mai fumato uno spinello. Sì, ha riposto, ma senza aspirare. Il compito della politica non è quello di dare adesioni parziali. E’ quello di dire sì o no alla tav, alle tasse per le imprese al venti per cento, per esempio. Mi ripeto: ci vogliono decisioni concrete».

BERLUSCONI –Ha ragione Berlusconi? I radicali – si legge nella videochat – devono stare nel centrodestra con la parte liberale, laica del Paese? «Io insisto sui contenuti: noi stiamo lavorando su quei 13 punti. Vediamo come vorranno lavorare gli altri in questi "cantieri". Sono stufo dei politici di centrosinistra che passano il loro tempo a parlare male di Berlusconi e stufo dei politici di centrodestra lo fanno dei comunisti. Io sarò pronto a schierarmi con il centrodestra se recepiranno i punti della mia piattaforma, così come potrò allearmi con il centrosinistra se saranno loro, al contrario, ad accoglierli». E i tentativi di liberalizzazione di Bersani? «Ho sempre sostenuto la modernizzazione e le liberalizzazioni, ma credo che il centrosinistra abbia commesso errori: come sui taxi, non ti puoi fermare al primo colpo». Capezzone si è detto poi «sconcertato» dalle politiche sulla droga di questo governo. «Il ministro Turco ha cambiato posizione tante di quelle volte che ho perso il conto. La repressione non paga mai, assolutamente. Dico solo ai politici di non fare gli ipocriti. Se entra un cane poliziotto al Montecitorio sviene il cane». E perché il tavolo dei volenterosi non ha avuto successo? «Con Tabacci e Nicola Rossi proponevamo delle misure precise che dovevano cambiare il volto della Finanziaria. Non era un partito. E’ andata male perché il governo ha preferito fare la Finanziaria e degli studi di settore e di Visco (a proposito, quanti errori nel caso Speciale!) invece di accogliere i nostri emendamenti».

Data: 
Lunedì, 9 July, 2007
Autore: 
Paolo Ligammari
Fonte: 
WWW.CORRIERE.IT
Stampa e regime: 
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Commenti

Che io abbia una storica, atavica, avversione a marce, manifestazioni e cose del genere è cosa ormai risaputa però, in casi specialissimi come questi, la mia adesione a questo tipo d'iniziative la do molto volentieri anche perchè ritengo che l'Italia dei non garantiti debba, finalmente, dare un segnale forte ai nostri politici che, mirano, invece, come al solito, a difendere le solite vecchie, risapute, categorie di lavoratori trascurando in una maniera scandalosa quello che dovrebbe, anzi è, il nostro futuro, errore grave, a mio parere, questo che Daniele, con grande intuizione politica e sociale, cerca, a modo suo, di correggere, mi auguro, non da solo.
Daniele

Daniele, tutti sono portatori di una sana avversione nella misura in cui, le marce, non sbandierano idee condivise :-)

Ti invito a non diventare mai un decision maker, altrimenti chissa' in che razza di regime ci faresti vivere :-P

Francesco