Quel modesto pugno di voti

«Decisivi!»: i radicali sognavano di esserlo e quando gli exit poll li hanno accreditati di un buon risultato l’hanno subito gridato in tv. Peccato che i voti veri fossero andati altrove, forse anche nel centrodestra. Sono stati determinanti, sì: nella deludente contabilità del centrosinistra.
Rimango stupito da come qualcuno abbia ancora il coraggio di esternare proclami di vittoria per la Rosa nel Pugno, (vedi dibattito sul giornale del 27 aprile) quando le percentuali “invernali“ dei loro voti sembrano parlare chiaro.
Ora che i numeri sono chiari, possiamo pensare che sia finita? Possiamo sperare che la si pianti una buona volta di urlare che ci vuole più “laicità“, più Pacs (ma a quanti interessano?), più embrioni da uccidere, più statalismo nella scuola ai danni di quella paritaria, più eutanasia per tutti, vecchi, depressi e bambini?
Evidentemente, purtroppo, non è così: qualcuno vuole ancora arrampicarsi sugli specchi per far capire che i voti della Rosa nel pugno sono stati decisivi per la vittoria del centrosinistra (dimenticando che lo stesso potrebbero dirlo proprio tutti, compresi i pensionati o partiti ancora minori).
Ormai li conosciamo. Tenteranno di tutto, perché hanno sette vite come i gatti, e tanto tanto tempo libero. Ripartiranno – lo stanno già facendo – con i loro lamenti, la loro finta carità verso i malati, le frasi pannelliane sempre più sconclusionate, vere forgiatrici di fantasie e neologismi improbabili: ma rimarrà – speriamo – poco più che un brusio di sottofondo. Perché ormai è chiaro: chi se li fila perde tempo, soldi, voti e pazienza. L’Italia, quella vera, è decisamente altrove.
Quello della Rosa nel pugno è solo e ancora una volta un modesto pugno di voti (ben altro risultato si attendevano) che quando va da una parte ha la straordinaria virtù di spostarne parecchi dall’altra...

Massimo Zuliani
Udine