Napoli, 27 settembre 2023 – C’è ancora molta paura per la forte scossa di terremoto avvertita a Napoli nella notte con migliaia di persone scese in strada a partire dalle 3.30.
Caos in stazioneSono ore difficili per Napoli e la Campania. La circolazione dei treni è infatti stata sospesa per effettuare alcune verifiche tecniche sulle linee e sugli impianti. Un blocco che sta creando enormi difficoltà per chi si deve muovere con i mezzi pubblici. Ripercussioni anche sulla viabilità ordinaria, già caotica di suo nelle prime ore del mattino. Nelle ultime ore la situazione sta migliorando con ripartenze nella circolazione e ritardi però di oltre un’ora.
Scuole chiuse a Pozzuoli“Sono in costante contatto con la Protezione Civile e l'INGV. La scossa é stata forte, e ho già predisposto controlli agli edifici scolastici per verificare eventuali danni e per questo stiamo preparando un'ordinanza per la sospensione dell'attività didattica, ci servirà qualche ora per le verifiche. Chiamate i numeri della Protezione Civile e della Polizia Municipale per qualunque evenienza, e cerchiamo tutti insieme di mantenere la calma. E’ difficilissimo, lo so. Io faccio la mia parte, come tutti gli esperti che abbiamo a disposizione e che sono insieme a me in questo momento al lavoro”. Lo scrive su Facebook Gigi Manzoni, sindaco di Pozzuoli.
Roma, 27 settembre 2023 – Arriverà oggi alle 12 la notifica IT-alert, il test ufficiale del sistema di allarme pubblico nazionale. A mezzogiorno in punto, tutti i cellulari che si troveranno nel Lazio – anche di chi è solo di passaggio – verranno agganciati dal sistema e raggiunti dall’allarme: prima un suono e poi il messaggio di testo.
Sarà un suono diverso da quello di tutte le notifiche a cui siamo abituati: più simile al rumore di una sirena d’allerta. Non è necessario iscriversi o scaricare un'applicazione: il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti. E quindi arriverà anche senza credito sull’utenza, a patto che il dispositivo sia acceso e si trovi in una zona con campo.
Cosa succederà alle 12“Tutti i dispositivi agganciati a celle di telefonia mobile suoneranno contemporaneamente, emettendo un suono distintivo diverso da quello delle notifiche a cui siamo abituati”, spiegano dalla protezione civile. Se non si sente niente, è probabile che il telefono fosse in modalità silenziosa: in quel caso, come per una qualunque notifica, non si riceverà nessun suono.
IT-alert: cos’è e a cosa serveIT-alert è il nuovo sistema di allarme pubblico progettato dalla protezione civile per informare la popolazione in caso di emergenza. Finita la fase di test e di rodaggio, il sistema “diramerà a tutti i telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso”, spiegano dal Governo.
Si attiverà quindi in caso di gravi emergenze: terremoto – come quello avvertito molto forte questa notte a Napoli – o maremoto, collasso di una grande diga, attività vulcanica, incidenti nucleari o emergenze radiologiche, incidenti rilevanti in stabilimenti industriali o precipitazioni intense.
IT-alert si affianca ai sistemi di allarme già esistenti anche a livello locale e servirà a diramare rapidamente le prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo.
Il messaggio di test dovrebbe arrivare su tutti i cellulari: il condizionale è d’obbligo perché nei primi giorni di prova si sono verificati problemi nella ricezione. Il test funzionerà con tutti i sistemi operativi: sia Android che iPhone. Non è necessario scaricare nessuna App, il messaggio arriverà senza dover fare nulla – non si dovrà registrare su nessun sito (attenzione alle truffe) – e con tutti gli operatori telefonici.
Ma attenzione: il telefono deve essere acceso trovarsi nelle vicinanze di qualsiasi antenna. Se il telefono è spento, in modalità aereo o si trova in una zona senza campo, il servizio non funzionerà. Se il cellulare è in modalità silenziosa, l’arrivo del messaggio IT-alert potrebbe non essere segnalato dall’allerta sonora. In questo caso, il messaggio di testo arriverà, ma l’utente potrebbe non accorgersene.
Cosa fare quando si riceve l’IT-alertQuando si riceve l’IT-alert è sufficiente leggere il testo e chiudere il messaggio. La protezione civile invita a compilare il questionario per segnalare eventuali bug nel sistema. Le risposte serviranno a fornire “utili indicazioni per implementare il sistema”.
Attenzione alle truffe: il sistema è progettato per rispettare la privacy dei cittadini, quindi non richiederà nessun dato sensibile e nemmeno un’eventuale registrazione a siti o link da cliccare.
Baghdad (Iraq), 27 settembre 2023 – Doveva essere una festa, si è trasformata in tragedia. Sono almeno 100 le persone morte in Iraq e altre 150 sono rimaste ferite in un incendio durante un matrimonio avvenuto in una sala comunale ad Hamdaniyah, una cittadina nella provincia settentrionale di Ninive.
epa10885156 Iraqis gather outside a local hospital after a fire that broke out at a wedding hall in Hamdaniya, in Iraq's Nineveh province, north of Iraq, 27 September 2023. More than 100 people died and at least 150 are injured after a fire during a Christian wedding celebration in Iraq's Nineveh province. EPA/MOHAMAD SAIFLe autorità sanitarie di Ninive "hanno registrato almeno 100 morti e oltre 150 feriti nell'incendio di una sala nuziale a Hamdaniyah”, ha annunciato l'agenzia di stampa ufficiale irachena INA, sottolineando che si tratta d un bilancio “preliminare”. Il portavoce del Ministero della Sanità, Saif al-Badr, ha confermato l'accaduto.
La Cina ha messo Hui Ka Yan, il miliardario fondatore di Evergrande, sotto controllo della polizia, nel mentre aumentano i timori sulla sorte del gruppo di Shenzhen, ora a rischio sopravvivenza. E' quanto riporta Bloomberg, citando in forma anonima percone a conoscenza della situazione. Hui, il cui nome in mandarino è Xu Jiayin, è stato portato via dagli agenti agli inizi di settembre ed "è monitorato in un luogo designato", in uno stato di "sorveglianza domiciliare" che non comporta l'arresto o l'imputazione specifica di reati. Evergande è lo sviluppatore immobiliare più indebitao al mondo, con oneri per oltre 300 miliardi di dollari.
Il governo americano torna all’attacco dei giganti del settore tecnologico. Dopo l’inizio il 12 settembre del primo grande processo dell’era digitale contro Google, accusata di operare in un modo che viola le norme antimonopolio, ora nel mirino finisce Amazon. Gli Stati Uniti hanno dato il via alla tanto attesa lotta antitrust contro il colosso dell’e-commerce citandolo in giudizio con l’accusa di soffocare illegalmente la concorrenza. Il procedimento, iniziato dalla Federal Trade Commission insieme a 17 Stati, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli americani fanno acquisti.
Secondo le accuse, la società fondata da Jeff Bezos porta avanti illegalmente un monopolio su settori della vendita al dettaglio online schiacciando i commercianti e favorendo i propri servizi. "La causa punta a chiedere ad Amazon di rendere conto di queste pratiche monopolistiche e di ripristinare la promessa perduta di una concorrenza libera ed equa", ha affermato Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission. Per l’agenzia incaricata di promuovere la tutela dei consumatori, oltre all’eliminazione e prevenzione di pratiche commerciali anti-concorrenziali, e i procuratori generali di New York e altri Stati Usa, Amazon ha impedito ai commercianti sulla sua piattaforma di offrire prezzi più bassi altrove, e li ha costretti a spedire i prodotti con il suo servizio logistico se volevano far parte del pacchetto di abbonamento Prime. Tali pratiche, secondo la causa, hanno portato a prezzi più alti e a un’esperienza di acquisto peggiore per i consumatori.
In Italia, intanto, Amazon aumenta a 1.764 euro la retribuzione lorda iniziale per i dipendenti della propria rete logistica. Si tratta di un incremento del 21% rispetto al 2019. "L’iniziativa rientra nella nostra politica di revisione annuale degli stipendi", precisa una nota.
Red. Eco.
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Mai, nella storia, abbiamo avuto accesso a una quantità di informazione vasta come oggi. Il problema è: basta? Questo uno dei temi principali attorno al quale si svolgeranno le riflessioni del Festival del giornalismo culturale. Sappiamo che una democrazia non può dirsi matura se i cittadini non sono informati e non hanno gli strumenti per comprendere le condizioni politiche, culturali e sociali del paese in cui vivono. E siamo certi che in Italia la libertà di stampa è garantita. Ma dobbiamo chiederci se gli italiani sono realmente informati e hanno tutti gli strumenti per decidere con consapevolezza come orientare il loro pensiero e la loro partecipazione alla vita pubblica. Se consideriamo il livello di istruzione medio raggiunto, la disponibilità di accedere a mezzi di comunicazione, tradizionali e digitali, certamente sì. Il problema è fino che punto il libero accesso ai media produce,oltre che informazione, conoscenza. E attraverso quali canali, e con che cultura di base, si può costruire avere un livello di conoscenza sufficiente a leggere analiticamente il mondo in cui viviamo.
Nel sistema dell’informazione la comunicazione politica è centrale. Ma c’è un compito dell’informazione culturale che dovrebbe essere imprescindibile: quello di dare gli strumenti critici perché la politica possa essere analizzata e capita. La nostra stampa svolge egregiamente questo compito. Ma la lettura dei quotidiani ha conosciuto, negli ultimi anni, un crollo verticale. E anche con la lettura dei giornali on line il numero di lettori non raggiunge nemmeno la metà di quanti leggevano un quotidiano quindici anni fa.
Si può sostenere che l’elevatissima percentuale di italiani che si informa sui siti internet e sui social networks ha le stesse informazioni che avevano i lettori di quotidiani di una volta. Ma è una valutazione irrealistica. Non solo perché – come dimostrano le ricerche più recenti – la lettura su schermo non produce la stessa capacità di memorizzazione e di acquisizione di dati che dà la lettura su carta. Ma soprattutto perché in rete prevalgono le hard news, necessarie, ma legate all’attualità e alla cronaca. Rare sono le riflessioni sui problemi generali e sulle idee che vengono dal mondo della cultura. Quelle, per l’appunto, che concorrono a dare gli strumenti interpretativi per leggere l’informazione in modo consapevole.
Nessuno può illudersi nella speranza di un ritorno ai tempi d’oro dei milioni di copie di giornali letti, e che – soprattutto per i più giovani – si torni alla lettura approfondita di testi complessi e di raffinate riflessioni culturali. Ma sono in molti a osservare oggi che è nei nuovi media che si sente la necessità di una svolta, di un modello di comunicazione che tenga conto del fattore conoscitivo, oltre che di quello informativo e di intrattenimento.
Qui la scommessa. Qui la necessità di individuare un nuovo modello comunicativo, un nuovo parametro di utilizzazione di mezzi digitali, una nuova sintassi per trasmettere conoscenza senza annoiare, di catturare l’attenzione superando le lusinghe di un modello comunicativo basato fondamentalmente sulle immagini e su brevi meme, iconico prima che analitico. Questa la sfida. Perché, altrimenti, dovremo ammettere che la nostra democrazia, invece di maturare, tende a impedire quello sviluppo della cultura sul quale si basa la pienezza del ruolo di un cittadino.
* Presidente del Festival
del giornalismo culturale
Un’ora e venti di faccia a faccia per trovare una quadra sull’immigrazione e la politica economica europea, per creare un’asse che si questi temi faccia da argine alla Germania, che è e resta contraria all’accordo europeo con la Tunisia così come è rigorosa nella riforma del patto di stabilità e contraria alle politiche sul debito che scorporino gli investimenti “straordinari“ come quelli per la guerra in Ucraina, due fronti sui quali Roma e Parigi sono concordi. Quello che era il nemico numero uno di Meloni si sta da qualche tempo rivelando, mettendo da parte le frizioni su Ventimiglia, un alleato a Bruxelles.
E cosi Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron ieri si sono visti senza delegazioni, a Palazzo Chigi, raggiunto a piedi dopo il funerale laico del presidente emerito Napolitano a Montecitorio, per parlarsi francamente ed elaborare una linea per il vertice Med 9 a Malta venerdì prossimo e quello con tutti gli altri leader europei a Granada, convocato dalla presidenza di turno spagnola per il 5-6 ottobre. Se il comunicato emesso è vago, quel che filtra è che Roma e Parigi suo tema migranti puntano ad agire di concerto per (cercare di) ridurre le partenze. Ad esempio stanno lavorando a progetti di formazione professionale nei Paesi di partenza e di transito ma anche alla istituzione di una area di “ricerca e soccorso” gestita dai tunisini e dotata di motovedette e radar forniti dagli europei, che sarebbero anche pronti ad attuare, d’intesa con la polizia tunisina, blitz per distruggere le fabbriche dei famigerati barchini costruiti a Sfax e altri “asset“ dei trafficanti.
"Alla presidente del Consiglio italiana – ha detto Macron domenica alla tv francese – voglio proporre di aumentare i fondi destinati ai Paesi di transito, a partire da Tunisia e Algeria. Voglio portare lì esperti e attrezzature per smantellare le reti di traffico di migranti, voglio proporre partenariati e risorse per impedire a queste persone di partire. E quando arrivano, dobbiamo avere una politica europea".
Meloni concorda. Il problema è Berlino, che ha accolto con il gelo la lettera della premier a Scholz sui finanziamenti di Berlino alle ong, gelo che è diventato banchisa polare per le parole di Salvini e ancor più del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che ha attaccato: "Per destabilizzarci la Germania ci invade come ottant’anni fa". Come dire paragonare i socialdemocratici ai nazisti, o quasi. L’incontro di domani a Berlino tra i ministri degli Esteri Annalena Baerbock e Antonio Tajani si annuncia quindi frizzante.
In attesa che il fronte europeo produca qualche risultato – ma al solito, non sarà facile – oggi in Cdm arriva la seconda parte della stretta elaborata dal Viminale. Punta a colpire con l’espulsione chi falsifica l’età, stabilisce che anche anche i migranti sedicenni e diciassettenni possono all’occorrenza finire in un centro per adulti e raggiunge anche chi ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. Innanzitutto, potranno essere espulsi dall’Italia i migranti condannati per aver dichiarato il falso sulla loro identità o sulla loro età anagrafica. "Se il soggetto è condannato per falsa attestazione sull’identità, la pena può essere sostituita con la misura dell’espulsione dal territorio nazionale". "In caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera – si legge in un passaggio dello stesso articolo del Dl – l’autorità di pubblica sicurezza, nel procedere a rilievi dattiloscopici e fotografici, può disporre, nell’immediatezza, lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all’individuazione dell’età".
La bozza del decreto prevede inoltre, "in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee dedicate ai minorenni", la possibilità di accogliere i giovani di età non inferiore ai 16 anni nei centri ordinari "per un periodo comunque non superiore a novanta giorni". "Nei confronti del titolare del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo – è scritto poi – l’espulsione può essere disposta per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza". Sarà poi possibile "derogare ai parametri di capienza previsti per i centri e le strutture di accoglienza" ma soltanto "nella misura non superiore al doppio dei posti previsti dalle medesime disposizioni". Per assicurare adeguati livelli di accoglienza" negli hotspot "in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di migranti", il Viminale è infine autorizzato "ad avvalersi del concorso delle attività logistiche della Guardia Costiera", "per il triennio 2024-2026". Perché la previsione è che il peggio sia da venire.
A meno di sorprese, il governo sceglie la via della "prudenza" nella messa a punto dei numeri della cosiddetta Nadef (la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Cifre e percentuali che saranno alla base della legge di Bilancio per il prossimo anno. E che sono dettati dal rallentamento della crescita del Pil e dalle tensioni sui mercati, che colpisce soprattutto i titoli di Stato italiani, con lo spread a 193 punti, sui livelli di marzo, e il rendimento del Btp decennale al 4,73% ai massimi da fine 2022. Anche se, al dunque, con un aumento del deficit per il 2024 si dovrebbe potere arrivare a uno spazio di intervento di circa 8-10 miliardi da destinare alla priorità delle priorità: il taglio del cuneo fiscale.
UN QUADRO
A LUCI E OMBRE
Si profila, dunque, una revisione al ribasso delle stime della crescita dell’Italia, con una diminuzione del Pil sia per il 2023 sia per il 2024 rispetto alle previsioni contenute nel Def di aprile scorso e una possibile variazione al rialzo del rapporto deficitPil. Ma almeno il fardello del Superbonus scaricherà tutti i suoi effetti sul 2023. È con queste premesse che il governo lima le stime sul deficit 2024 e quindi la base di partenza della prossima manovra di bilancio. Premesse che dovrebbero determinare, però, la possibilità di ricavare proprio dalla leva del deficit un tesoretto che potrebbe aggirarsi anche sugli 8-10 miliardi.
L’ECONOMIA RALLENTA
L’andamento dell’economia si sta rivelando meno positivo del previsto, sia per quest’anno sia per il prossimo. Tanto che nella Nadef il governo si appresta a fissare per il 2023 un Pil in crescita solo dello 0,8%, rivedendo al ribasso il +1% indicato ad aprile nel Def. Per il 2024 il dato tendenziale, ovvero la base di partenza per calcolare la stima del Pil programmatico, si aggirerebbe invece intorno all’1% rispetto all’1,4% stimato nel Def.
IL FARDELLO
DEL SUPERBONUS
Il verdetto di Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, sul Superbonus è arrivato nella tarda mattinata di ieri. I crediti fiscali relativi a quest’anno vanno classificati "come pagabili nel 2023": ciò significa che l’impatto sul deficit dei bonus attivati nel 2023 sarà solo sul 2023. Una notizia positiva, se si considera che quest’anno è ancora salvo dai vincoli delle regole europee.
I MARGINI PER LA MANOVRA
L’effetto combinato del rallentamento dell’economia e della decisione europea sul Superbonus è quello di far lievitare l’indebitamento 2023 fino al 5-6%, rispetto al 4,5% indicato ad aprile. Ma, sul fronte del deficit per il 2024 la situazione si rivelerebbe più favorevole, perché l’orientamento sarebbe di alzare l’asticella rispetto alle stime di aprile scorso. Fino a un deficit tendenziale al 3,7-3,8% e a un deficit programmatico al 4,2-4,3%: e questo favorirebbe la liberazione di risorse per circa 8-10 miliardi da destinare in primis al taglio del cuneo fiscale. Dunque, sarà una Nadef "come sempre di responsabilità, come è nei tratti caratteristici di questo governo: rigore sui conti", spiega alla vigilia il sottosegretario all’Economia Federico Freni.
IL RISCHIO
DEBITO E SPREAD
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, però, resta preoccupato per l’effetto della stretta sui tassi e i 14-15 miliardi di interessi tolti alle possibili risorse per il prossimo anno. E, del resto, l’andamento dello spread e dei titoli pubblici non lasciano ben sperare.
UNA MANOVRA "LEGGERA"
La mole delle risorse consentirà di definire meglio il menù delle misure, ma al momento sono sicuri il taglio del cuneo fiscale e le misure per la natalità e le famiglie: per tutto il resto, dalle pensioni alla sanità, dalla riduzione delle aliquote Irpef alla detassazione delle tredicesime, fino all’una tantum per la Pa c’è quindi da attendere. Il problema è che se la manovra arriverà a 20-30 miliardi di euro, solo la metà o anche meno potranno arrivare dall’incremento del deficit per il 2024, mentre circa 10 mila sono tutti da trovare. E non farà un’opera agevole da compiere.
Il governo potrebbe giocare ancora una volta la carta dei condoni per fare cassa in vista della prossima manovra economica. Oggi, con il varo della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, si conosceranno i numeri della Legge di Bilancio. Ma la coperta si preannuncia molto corta. Negli ultimi giorni, anche se con sfumature diverse, il partito delle nuove sanatorie è diventato più ampio. E, accanto all’ipotesi di un condono edilizio limitato ai piccoli abusi sta prendendo piede anche una riedizione del meccanismo del "saldo e stralcio" per le cartelle esattoriali. Del resto non sarà facile accontentare le richieste dei partiti, che hanno superato quota 35 miliardi a fronte di una manovra che non dovrebbe superare i 20-30 miliardi di euro. Ieri, Salvini, ha insistito sulle risorse per far partire, il cantiere del Ponte sullo Stretto entro agosto del 2024. Lo stanziamento dovrebbe attestarsi sul miliardo di euro per un’opera che ne vale almeno 12. Sempre oggi il governo dovrebbe approvare, nel Decreto Legge Proroghe, l’allungamento dei termini delle agevolazioni riservate agli under 36 che devono accendere un mutuo
IL ’SALDO E STRALCIO’
L’idea è quella di replicare la sanatoria per le cartelle esattoriali fino ai 20mila euro già sperimentato durante il governo giallo-verde e, anche allora, particolarmente caldeggiato dalla Lega. In sostanza i contribuenti potrebbero regolarizzare i conti con il fisco saldando solo una parte del debito. L’operazione potrebbe riguardare le cartelle fino al 2022 e prevedere una soglia massima di 20mila euro. Ma la platea sarebbe ristretta solo a coloro che non superano i 30-35mila euro. La misura potrebbe essere accompagnata dallo stralcio integrale per le cartelle che non superano un determinato importo. Nel decreto Covid la soglia era stata di 5mila euro. In questo caso le somme sarebbero cancellate e l’Erario ridurrebbe fortemente il carico di cartelle sospese.
IL CONDONO EDILIZIO
Qui l’operazione è un po’ più complicata. Per Salvini si tratta di regolarizzare quei piccoli abusi che sono spesso congelati presso gli uffici dei Comuni. Forza Italia, invece, prevede una misura da inserire nella proposta di legge sugli interventi per l’efficientamento energetico. Anche in questo caso si tratterebbe di sanare solo le micro-irregolarità. Ma nella maggioranza le opinioni sono molto diverse e l’intervento potrebbe anche uscire dalla Legge di Bilancio.
MUTUI PER UNDER 36
Nel decreto proroghe che sarà approvato oggi dal Consiglio dei ministri saranno allungati fino a dicembre di quest’anno i termini per usufruire delle agevolazioni previste per gli under 36 che devono acquistare la casa con un mutuo. In questo caso potranno utilizzare la garanzia pubblica all’80% prevista dal fondo mutui prima casa. L’aiuto scatterà per tutti coloro che hanno un Isee non superiore ai 40mila euro e che richiedono alle banche un prestito superiore all’80% del prezzo di acquisto dell’immobile, comprensivo di oneri accessori e che rientrano nella lista delle categorie prioritarie: giovani coppe coniugate o conviventi more uxorio da almeno due anni, nuclei familiari mono-genitoriali con figli minori conviventi, i conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari e i giovani con meno di 36 anni. Prorogato al 15 novembre 2023 anche il termine per la rideterminazione del valore delle cripto- attività. Saranno ridotti, infine, i termini per per i crediti di imposta alle imprese per l’acquisto di energia concessi nei primi e secondo trimestre 2023: il termine per l’utilizzo in compensazione viene anticipato dal 31 dicembre 2023 al 15 novembre 2023, come il termine per il cessionario di usufruire dei crediti.
Lo ha stretto in un abbraccio mortale. Lo ha ucciso a bruciapelo conficcandogli una pallottola nella schiena. Subito dopo ha rivolto la pistola contro se stesso sparandosi un colpo al petto. La tragedia nella tarda serata di lunedì nella sala biliardo che i due cinesi, 55 e 56 anni, gestivano insieme da qualche anno, al Macrolotto Due, zona industriale di Prato che pullula di confezioni e pronto moda cinesi, ma anche di sale slot e circoli riservati a soli orientali.
Il tutto è durato una manciata di secondi come testimonia la telecamera di sorveglianza interna alla sala giochi che fa capo all’associazione Yang Guang di cui i due erano a capo, in un capannone, ex fabbrica tessile, diviso fra sala vtl, biliardo e supermercato. Tutti rigorosamente cinesi. La telecamera ha chiarito immediatamente quello che è accaduto. Nelle immagini si vede il cinese che entra e si dirige a colpo sicuro verso il socio in affari. Lo abbraccia e, da dietro, spara il primo colpo. All’interno della sala si scatena il panico. I clienti scappano, in tre si buttano dalla finestra per mettersi in salvo. Finiranno in ospedale con ferite e fratture alle gambe e alle braccia. Il killer fa un giro della stanza – in mezzo al fuggi fuggi generale – stringendo la pistola in mano, poi si ferma e si spara al petto cadendo a terra in una pozza di sangue. La scena che si è presentata ai soccorritori è stata raccapricciante: la sala vuota e i due cadaveri al centro. La pistola è stata trovata sotto il corpo del killer. Sono state visionate le immagini della telecamera che non hanno lasciato spazio a dubbi: un omicidio-suicidio, rarissimo nella comunità cinese, una scena da film splatter. La polizia ha sentito i primi testimoni e alcuni conoscenti dei due. Secondo quanto emerso, di recente il killer aveva avuto problemi economici. Non è chiaro se la vittima gli avesse prestato soldi che l’omicida non era in grado di restituire, se lo ricattasse.
Che cosa sia passato nella testa del cinese prima di arrivare al folle gesto deve essere accertato ma le indagini si sono indirizzate sul movente economico. L’uomo è arrivato al Macrolotto Due con l’intenzione di uccidere. Ha lasciato l’auto, incidentata e senza la targa anteriore, con lo sportello e il bagagliaio aperti nel piazzale dove si affaccia il locale. È entrato nella sala e si è diretto a colpo sicuro dal socio. La polizia ha sequestrato l’auto e un proiettile inesploso nel piazzale, forse perso dal killer quando ha scarrellato l’arma. Nella macchina è stato trovato un foglio con una lista di nomi: i creditori del killer? La procura ha aperto un fascicolo e disposto le autopsie per fare chiarezza.
Laura Natoli